giovedì 12 settembre 2013

La Gelmini nel tunnel degli inidonei

Le considerazioni dell'Unicobas e di Tecnica della Scuola
La lettera a Libero di una aderente Conbs



Paolo Latella
Segretario Unicobas Scuola Lombardia

L’Ex Ministro Gelmini dovrebbe farci una lezione sui neutrini e il tunnel di Ginevra invece di sparare a zero contro i docenti inidonei.

L’ex Ministro Gelmini se la prende con il Partito Democratico e il M5S (la proposta era stata presentata dall’On Gianluca Vacca del M5S c/o la VII Commissione Cultura ed Istruzione della Camera dei Deputati) per aver inserito nel DL Scuola l’abrogazione della legge sul demansionamento degli insegnanti inidonei.
Indirettamente l’On. Del PDL si scaglia contro quei 3500 docenti… colpevoli secondo lei di non lavorare e prendere lo stipendio senza fare nulla.
Forse l’On Maria Stella Gelmini non sa che i docenti inidonei (molti di loro sono malati di cancro o con patologie gravissime) vengono utilizzati in altre mansioni come i progetti e nelle biblioteche degli istituti, curano il sito della propria scuola e non stanno con le mani in mano.
Un ex ministro dell’Istruzione che era convinta di aver pagato 45 milioni di euro per la realizzazione del tunnel (inesistente) dei neutrini  e altri 80 milioni annui per il mantenimento dello stesso… non ha più credibilità… e non ha il diritto di rivolgersi con quel tono su un quotidiano nazionale (Libero) contro i docenti.
Si dimezzi lo stipendio e lo faccia dimezzare a tutti i parlamentari così lo spreco di risorse economiche sarà evitato!
Il Sindacato Unicobas Scuola Lombardia esprime sdegno e preoccupazione per il modo con il quale un ex Ministro dell’Istruzione difende una legge che riprende quella approvata proprio da lei e dal Premier Silvio Berlusconi (comma 81 della legge 12 novembre 2011 n. 183) e riproposta e riapprovata dal governo Monti.
Una norma anticostituzionale, unica nel suo genere in tutta l’Europa, e nei paesi democratici nel mondo.
Una legge che demansiona, degrada, squalifica il prof vincitore di concorso, che viene appunto demansionato in personale non docente.
Come se un Chirurgo venisse demansionato in infermiere… forse si capisce meglio la gravità della legge! Tanto per intenderci…
Infine ringraziamo il Partito Democratico e il Movimento Cinque Stelle per aver definito nel DL Scuola l’abrogazione della norma sul demansionamento.
Ci auspichiamo che questa norma, come altre, vada a rafforzare finalmente la  presa di coscienza, da parte della politica italiana, sull’importanza dell’istruzione pubblica statale, fondamentale per la crescita e lo sviluppo di questa Nazione.

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3.500 PROF PAGATI PER NON LAVORARE?
di Lucio Ficara - TdS
11/09/2013

Il mancato utilizzo dei docenti inidonei nel decreto Carrozza ha fatto scattare l’indignazione della ex ministra all’Istruzione, Maria Stella Gelmini, le cui osservazioni sono state riprese dal quotidiano Libero di oggi
Ecco quanto scrive il giornale di Feltri:
Sono oltre 3.500 i professori che, per diversi motivi, non sono stati giudicati “idonei” all’insegnamento. Prima li si teneva a “bollire”, con lo stipendio accreditato regolarmente, ma senza poter insegnare o fare altro. Poi il governo Monti provò, con un emendamento alla spending review, a utilizzare questo esercito per altri compiti (segreteria, amministrativi). Un atto di buon senso, visto che tenerli parcheggiati costa circa 100 milioni di euro l’anno. Ebbene il famoso e applauditissimo (fino a ieri) Decreto scuola ha tirato un segno di penna sul «diverso utilizzo» approntato da Monti per evitare di pagare oltre 3mila persone inidonee all’insegnamento e non licenziabili.
Del pasticcio si è accorta Mariastella Gelmini, vicecapogruppo Pdl alla Camera, ma soprattutto (criticatissimo) ex ministro dell’Istruzione:
«Cancellare la norma Monti», spiega, «configura uno spreco di denaro pubblico non accettabile di 100 milioni di euro e l’ennesima penalizzazione di tanti giovani precari. Lasciare del tutto improduttive 3.500 persone retribuite dalla collettività non è il modo migliore di investire nella scuola, soprattutto in assenza di risposte adeguate ai giovani che hanno conseguito l’abilitazione e oggi rimangono senza risposte», conclude Gelmini.
Tuttavia le affermazioni di Gelmini appaiono forti ed audaci.
É utile ricordare, a tal proposito, che il nocciolo di questa delicatissima problematica si concentra nel transito forzoso dei docenti inidonei e degli insegnanti tecnico pratici titolari nelle classi di concorso C999 e C555 nei ruoli amministrativi, secondo quanto previsto dall’art. 14 del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95.
Una norma legislativa odiosa perché fatta sulla pelle di personale inidoneo all’insegnamento per gravi patologie e che svolge quotidianamente delle mansioni che hanno a che fare sempre con un profilo professionale didattico, come è giusto che sia.
Le parole dell’ex ministra Gelmini sembrano quelle di chi si trova già all’opposizione , ma, tralasciando l’aspetto strettamente politico, la delusione per tali dichiarazioni è forte sul piano umano.
Come è possibile parlare di spesa improduttiva difronte a chi soffre e non è in grado, fisicamente e mentalmente, di gestire classi straboccanti, ben oltre i limiti delle norme sulla sicurezza, di alunni vivaci e movimentati?
E poi non è forse produttivo il lavoro svolto, con pazienza certosina, nelle biblioteche scolastiche e negli uffici amministrativi dei vari ambiti territoriali? Forse l’on. Gelmini non sa che i docenti inidonei all’insegnamento osservano un orario di servizio di 36 ore settimanali e usufruiscono di 36 giorni di ferie come ogni impiegato; questo significa che, nonostante la loro precarietà di salute, accettano un orario di lavoro maggiorato rispetto a quello che svolgevano in qualità di docenti.
Comunque da quanto troviamo scritto nel sito istituzionale del governo , siamo rassicurati dal fatto che, con il decreto scuola varato ieri, viene abrogata la norma che prevedeva il transito automatico dei docenti cosiddetti “inidonei” (per motivi di salute) nei ruoli amministrativi.
Tutto questo con buona pace di chi sopravanza interessi di spesa e produttività, rispetto al diritto di chi nonostante la malattia, vuole e deve ancora lavorare.

* * *

Egregio Direttore mi sento offesa dall'articolo pubblicato sul suo quotidiano.
Sono una dei docenti inidonei e le posso garantire che me lo guadagno lo stipendio. Gestisco da sola una biblioteca scolastica di ben 24 mila libri. Col  tempo da scolastica è diventata pubblica, quindi opero sul territorio con :  informazione, prestiti ecc.
Ho catalogato la quasi totalità dei volumi secondo gli standard internazionali e il patrimonio è visibile in qualsiasi parte del mondo.
Chi ne fa richiesta lo ottiene in prestito anche se abita in Francia o in Algeria (paesi ove mi è capitato di mandare il nostro posseduto).
Ho frequentato 2 master universitari a mie spese, formandomi come richiesto anni fà dal Ministero della Pubblica Istruzione e innumerevoli corsi di catalogazione.
Lavoro 36 ore la settimana e seguo anche i ragazzi che non fanno religione oltre a progetti di lettura.
Nessuno ci da un euro in più del nostro stipendio da docenti, ma non dite mai che lavoriamo come qualsiasi altro impiegato e siamo passati dalle ore di insegnamento (nel mio caso 24) alle 36 come tutti, 32 giorni di ferie ecc
Provi a mandare un suo giornalista qui, sarò felice di mostrarle cosa non ho fatto in questi anni
Ghetti Luigia

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