Pensionandi inviano telegramma a PD
per ricordare impegni elettorali. Vittorio Lodolo D'Oria: "così attuano
il femminicidio".
OS - Sarà il Governo a prendere le redini della questione "Quota 96"? A
quanto pare è l'ipotesi più probabile. Ad anno iniziato i pensionandi
protestano.
La parola passa al CdM, non si è ancora compreso con che modalità, ma, a
quanto pare, al Ministero si sta lavorando per un provvedimento ad hoc.
In esso confluirà il lavoro svolto in sede parlamentare dalla VII e XI commissione. Quindi stop al percorso parlamentare? Probabile, vedremo nelle prossime settimane.
Passi avanti se ne sono fatti, a partire dalla definizione del numero
degli interessati, che aveva visto uno scontro tra Inps e Ministero, ma
non basta ai comitati Quota 96, che probabilmente dovranno procastinare
la loro pensione al 2014, ed hanno organizzato una protesta singolare.
Infatti, in queste ore, le poste italiane stanno recapitando a Ministro, segretario Epifani e Letta il seguente telegramma:
Inizio testo - GLI IMPEGNI PRESI SI ONORANO. L''INGIUSTIZIA A QUOTA 96 VA SANATA SUBITO CARLO BIANCHI C. C. QUOTA 96 - fine testo
Sull'argomento è intervenuto anche il Dr. Lodolo D'Oria che ha così
commentato: "non bastano i dati documentati per ottenere giustizia prima
per Q96 e prevenzione/cura per le malattie professionali dei docenti
poi?Non si tratta di favori, ma diritti: forse non esiste l'art.28 del
DL 81/08? Ma chi si occupa della salute dei lavoratori? Combattono tutti
contro il femminicidio, ma fanno di tutto per attuarlo (82% insegnanti
donne). Chiedete al Ministro se conosce il numero dei docenti suicidi
come in Francia e UK? Se non lo conosce (ma forse preferisce non
saperlo) ditegli che gli insegnanti si ammalano nel 70% dei casi per
disturbi psichiatrici, ma nonostante ciò le istituzioni stanno con le
mani in mano".
“QUOTA 96”: PIOGGIA DI TELEGRAMMI AL PD
di Pasquale Almirante - TdS
01/09/2013
Tentate tutte le strade, il personale della scuola di “Quota 96”
spedisce telegrammi a Epifani, Carrozza e Letta: “gli impegni si
onorano”
"Gli impegni presi si onorano. L'ingiustizia a Quota 96 va sanata
subito": questo il testo del telegramma che il personale della scuola
aderente al Comitato civico “Quota 96” sta spedendo in queste ore al
segretario del Pd, Guglielmo Epifani, alla ministra dell’istruzione,
Maria Chiara Carrozza, e al presidente del Consiglio dei ministri,
Enrico Letta.
Una forma di protesta civile per esprimere l’amarezza e lo sconforto, ma
soprattutto la rabbia, per le mancate risposte che invece in campagna
elettorale si erano date, promettendo la certa soluzione di una
ingiustizia perpetrata nel confronti di alcune migliaia di lavoratori
della scuola, costretti a rimanere in servizio sulle unghie della
riforma delle pensioni di Elsa Fornero.
Percepito l’andazzo politico di questo Governo e l’atteggiamento
dilazionatorio di moti politici, che fino a qualche mese addietro si
erano pubblicamente impegnati a loro favore, questi lavoratori della
scuola non hanno trovato altra arma di pressione se non quella del
telegramma per esprimere la loro comprensibile indignazione e pure la
profonda delusione, con lo sconforto e la rabbia, per una attesa che dai
quasi certi e positivi frutti, col tempo si è trasformata nella totale
assenza di risultati, fino alla negazione, sull’altare di altri impegni
governativi, della questione “Quota 96”.
Rimane infatti indecifrabile il motivo per il quale non si dà soluzione a
una, universalmente definita da tutti i partiti: ingiustizia, adducendo
come motivo la “copertura finanziaria” per la quale, è stato detto,
basterebbero invece alcuni milioni di euro, dovunque reperibili, ma che,
a quanto sembra, nessuno riesce a trovare.
L’attesa comunque si sposta ora al prossimo consiglio dei ministri,
quando si parlerà del cosiddetto decreto scuola, dentro il quale si
dovrebbe pure risolvere l’altra incredibile e incresciosa questione dei docenti inidonei che si vorrebbero mandare a coprire i posti Ata,
col doppio risultato, terribilmente negativo e illogico, di non
assumere oltre 3500 precari, in attesa nelle graduatorie, e di rigettare
titoli e competenze particolari di tanti docenti, relegandoli negli
uffici a passare carte.
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