domenica 1 settembre 2013

Quota 96

Pensionandi inviano telegramma a PD per ricordare impegni elettorali. Vittorio Lodolo D'Oria: "così attuano il femminicidio".


OS - Sarà il Governo a prendere le redini della questione "Quota 96"? A quanto pare è l'ipotesi più probabile. Ad anno iniziato i pensionandi protestano.
La parola passa al CdM, non si è ancora compreso con che modalità, ma, a quanto pare, al Ministero si sta lavorando per un provvedimento ad hoc. In esso confluirà il lavoro svolto in sede parlamentare dalla VII e XI commissione. Quindi stop al percorso parlamentare? Probabile, vedremo nelle prossime settimane.
Passi avanti se ne sono fatti, a partire dalla definizione del numero degli interessati, che aveva visto uno scontro tra Inps e Ministero, ma non basta ai comitati Quota 96, che probabilmente dovranno procastinare la loro pensione al 2014, ed hanno organizzato una protesta singolare.
Infatti, in queste ore, le poste italiane stanno recapitando a Ministro, segretario Epifani e Letta il seguente telegramma:

Inizio testo - GLI IMPEGNI PRESI SI ONORANO. L''INGIUSTIZIA A QUOTA 96 VA SANATA SUBITO CARLO BIANCHI C. C. QUOTA 96 - fine testo

Sull'argomento è intervenuto anche il Dr. Lodolo D'Oria che ha così commentato: "non bastano i dati documentati per ottenere giustizia prima per Q96 e prevenzione/cura per le malattie professionali dei docenti poi?Non si tratta di favori, ma diritti: forse non esiste l'art.28 del DL 81/08? Ma chi si occupa della salute dei lavoratori? Combattono tutti contro il femminicidio, ma fanno di tutto per attuarlo (82% insegnanti donne). Chiedete al Ministro se conosce il numero dei docenti suicidi come in Francia e UK? Se non lo conosce (ma forse preferisce non saperlo) ditegli che gli insegnanti si ammalano nel 70% dei casi per disturbi psichiatrici, ma nonostante ciò le istituzioni stanno con le mani in mano".


“QUOTA 96”: PIOGGIA DI TELEGRAMMI AL PD
di Pasquale Almirante - TdS
01/09/2013

Tentate tutte le strade, il personale della scuola di “Quota 96” spedisce telegrammi a Epifani, Carrozza e Letta: “gli impegni si onorano”
"Gli impegni presi si onorano. L'ingiustizia a Quota 96 va sanata subito": questo il testo del telegramma che il personale della scuola aderente al Comitato civico “Quota 96” sta spedendo in queste ore al segretario del Pd, Guglielmo Epifani, alla ministra dell’istruzione, Maria Chiara Carrozza, e al presidente del Consiglio dei ministri, Enrico Letta.
Una forma di protesta civile per esprimere l’amarezza e lo sconforto, ma soprattutto la rabbia, per le mancate risposte che invece in campagna elettorale si erano date, promettendo la certa soluzione di una ingiustizia perpetrata nel confronti di alcune migliaia di lavoratori della scuola, costretti a rimanere in servizio sulle unghie della riforma delle pensioni di Elsa Fornero.
Percepito l’andazzo politico di questo Governo e l’atteggiamento dilazionatorio di moti politici, che fino a qualche mese addietro si erano pubblicamente impegnati a loro favore, questi lavoratori della scuola non hanno trovato altra arma di pressione se non quella del telegramma per esprimere la loro comprensibile indignazione e pure la profonda delusione, con lo sconforto e la rabbia, per una attesa che dai quasi certi e positivi frutti, col tempo si è trasformata nella totale assenza di risultati, fino alla negazione, sull’altare di altri impegni governativi, della questione “Quota 96”.
Rimane infatti indecifrabile il motivo per il quale non si dà soluzione a una, universalmente definita da tutti i partiti: ingiustizia, adducendo come motivo la “copertura finanziaria” per la quale, è stato detto, basterebbero invece alcuni milioni di euro, dovunque reperibili, ma che, a quanto sembra, nessuno riesce a trovare.
L’attesa comunque si sposta ora al prossimo consiglio dei ministri, quando si parlerà del cosiddetto decreto scuola, dentro il quale si dovrebbe pure risolvere l’altra incredibile e incresciosa questione dei docenti inidonei che si vorrebbero mandare a coprire i posti Ata, col doppio risultato, terribilmente negativo e illogico, di non assumere oltre 3500 precari, in attesa nelle graduatorie, e di rigettare titoli e competenze particolari di tanti docenti, relegandoli negli uffici a passare carte.

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