Docenti inidonei, tenerli costa
Oltre 100 milioni per evitare il passaggio tra gli Ata
Toccafondi: va trovata la copertura. Il ministero intanto è in
confusione sui numeri
Torna in alto mare la speranza degli insegnanti permanentemente
inidonei di evitare il passaggio forzoso tra gli assitenti del personale Ata.
Ragioni di bilancio rendono complicato, se non impossibile, che la norma sul
trasferimento possa essere cassata. Per abrogare quelle disposizioni o anche
solo per rinviarne l'applicazione, come richiedono i senatori che hanno
presentato i disegni di legge AS n. 316 (Puglisi ed altri, Pd e AS n.
728(Centinaio, Lega Nord), bisogna trovare risorse finanziarie che coprano i
mancati risparmi di spesa che sarebbero derivati dal transito nei ruoli Ata del
personale interessato.
É quanto ha dichiarato il sottosegretario all'istruzione, Gabriele Toccafondi,
nel corso della seduta della settima commissione del Senato tenutasi il 2
luglio, dopo aver riferito sul numero del personale interessato al problema e
sull'entità dei risparmi di spesa che sarebbero derivati dall'applicazione
delle disposizioni di cui all' art. 14 del decreto legge n. 95/2012, convertito
dalla legge n. 135/2012, la cosiddetta spending review.
Si tratta dei docenti inidonei per motivi di salute a svolgere la
funzione docente e di quelli titolari delle classi C.999 e C.555.
Relativamente ai risparmi di spesa il sottosegretario ha ricordato che
quelli stimati per il passaggio nei ruoli Ata di 3.565 docenti permanentemente
inidonei, di 800 docenti temporaneamente inidonei e di 900 docenti titolari
delle classi di concorso C.999 e C. 555, peraltro già inseriti nei saldi di
finanza pubblica, ammontano a 114,31 milioni di euro per 2013, a 110,09 per il
2014, a 105,86 per il 2015, a 101,63 per il 2016 e a 97,41 a decorrere dal
2017.
I mancati risparmi di spesa previsti per il 2013 sono stati coperti
attingendo al Fondo per la valorizzazione dell'istruzione scolastica,
universitaria e dell'alta formazione artistica, musicale e coreutica, fondo
iscritto nello stato di previsione del ministero dell'istruzione,
dell'università e della ricerca a decorrere dal 2012. L'ammontare di risorse
residue nel Fondo potrebbe essere nullo, salva più favorevole certificazione a
cura del ministero dell'economia, in attuazione del contratto collettivo
nazionale siglato in data 13 marzo 2013.
In caso contrario, a decorrere dal 1° gennaio 2014 e forse già da
quest'anno, ha pertanto sottolineato il sottosegretario Toccafondi, la mancata
attuazione della norme sugli inidonei o una sua abrogazione determineranno
l'esigenza di trovare una copertura completa.
Un quadro, quello prospettato dal rappresentante dell'esecutivo, che
sembra lasciare poco spazio di manovra alla Commissione, anche se orientata a
venire incontro alle richieste dei docenti. Per l'esecutivo, al momento, è
soprattutto un problema di risorse disponibili il cui ammontare rimane tutto da
quantificare dal momento che appare tutt'ora incerto il numero reale dei
docenti che dovrebbero transitare nei ruoli del personale Ata.
I numeri dei docenti interessati
Sul numero dei docenti coinvolti, espressamente richiesto al governo
dai membri della 7^ Commissione, quelli che sono stati forniti al
sottosegretario dagli uffici del ministero dell'istruzione non corrispondono
all'ultima rilevazione fatta dal Miur e datata 11 marzo 2013.
Quest'ultima indicava essere 3.084 i docenti inidonei, 460 i docenti
titolari sulla classe C.999 e 28 quelli titolari sulla C.555, per un totale di
3.572. Il numero e la composizione fornita dagli stessi uffici al
Sottosegretario indicano, invece, un totale di 5.265 docenti. Ma i numeri
esatti quali sono? L'interrogativo non è meramente accademico. Dalla certezza
dei numeri dipende, infatti, non solo una reale quantificazione delle risorse
necessarie, ma anche una condizione per impostare un piano in grado di
risolvere, seppure gradualmente, la difficile situazione. A tale fine il primo
provvedimento che andrebbe adottato, suggeriscono le organizzazioni sindacali,
sarebbe quello di accogliere le eventuali domande di dispensa.
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