«Questo risultato è frutto del gran lavoro fatto dalla scuola, prima che le ultime, assurde riforme,
tagliassero via i fondi per le biblioteche, per i
libri, per le ore da dedicare alla lettura. Ma questa spinta che ha
coinvolto anche i maschi, è figlia, soprattutto, di un modo diverso
di concepire la cultura» dice Anna Antoniazzi, docente di Storia dell’educazione all’Università di Genova.
E qual è stato il ruolo delle biblioteche scolastiche?
«Fondamentale. Ho lavorato per anni nelle scuole e ho visto che se
nello scaffale ci sono venti titoli giusti, i bambini fanno a gara
per leggerli. Ma quelle biblioteche ormai
non ci sono più».
da la Repubblica
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