giovedì 21 marzo 2013

INTERROGAZIONE DEL MOVIMENTO 5 STELLE


Le cittadine ed i cittadini del Senato della Repubblica del Movimento 5 Stelle Catalfo, Serra, Montevecchi, Anitori, Morra, Mussini, Lucidi, Vacciano, Bignami, Nugnes, Moronese,Girotto e Pepe hanno depositato questa mattina una interrogazione a risposta scritta per interrogare il Ministro dell’Istruzione sulla sempre più gravosa situazione dei docenti inidonei. 


In particolare i 13 cittadini al Senato della Repubblica per il M5S chiedono al Ministro “in che modo intenda tutelare le sorti degli inidonei vessati dalla norma sulla spending review votata dalla maggioranza Pd-Pdl-Udc che sosteneva il governo Monti” spiega la prima firmataria Nunzia Catalfo. “Questa norma obbliga i docenti inidonei e gli insegnanti tecnico-pratici a transitare nei ruoli del personale amministrativo, tecnico e ausilario (ATA).
“Non ci fermeremo a questo per tutelare i docenti inidonei e le altre figure che subiscono gli effetti nefasti della cosidetta spening review – continuano i firmatari dell’interrogazione – e stiamo predisponendo un apposito disegno di legge”.


Ufficio Stampa Movimento 5 Stelle Senato della Repubblica

(dalla pagina Facebook di Nunzia Catalfo)




Atto n. 4-00009

Pubblicato il 21 marzo 2013, nella seduta n. 3

CATALFO , SERRA , MONTEVECCHI , ANITORI , MORRA , MUSSINI , LUCIDI , VACCIANO , BIGNAMI , NUGNES , MORONESE , GIROTTO , PEPE - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. -
Premesso che il decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, cosiddetto decreto sulla spending review , all'articolo 14, relativo alla "Riduzione delle spese di personale", prevede: 1) al comma 13 che: "Il personale docente dichiarato permanentemente inidoneo alla propria funzione per motivi di salute, ma idoneo ad altri compiti, (...) transita nei ruoli del personale amministrativo, tecnico e ausiliario con la qualifica di assistente amministrativo o tecnico (...)"; 2) al comma 14 che: "Il personale docente attualmente titolare della classi di concorso C999 e C555, (...) transita nei ruoli del personale non docente con la qualifica di assistente amministrativo, tecnico o collaboratore scolastico in base al titolo di studio posseduto. (...)"; 3) al comma 15 che: "Con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, di concerto con il Ministro per la funzione pubblica e con il Ministro dell'economia e delle finanze, (...) sono stabiliti i criteri e le procedure per l'attuazione dei commi 13 e 14";
considerato che:
in conseguenza di ciò, il personale interessato dalle disposizioni legislative è in attesa dell'adozione del decreto interministeriale previsto;
ad oggi, nonostante numerosi, e quasi giornalieri, annunci non ufficiali di imminente emanazione, tale decreto attuativo non è stato ancora adottato;
considerato inoltre che:
quanto disposto dal decreto sulla spending review, a parere degli interroganti, danneggia significativamente sia il personale docente permanentemente inidoneo, sia gli insegnanti tecnico-pratici delle classi di concorso C555 e C999, i quali saranno, in conseguenza dell'adottando decreto interministeriale, dirottati sui ruoli del personale amministrativo, tecnico e ausiliario (ATA);
in particolare, in riferimento alla qualità delle prestazioni nell'ambiente scolastico, i firmatari del presente atto di sindacato ispettivo ritengono opportuno evidenziare che gli standard di funzionalità degli uffici di segreteria potrebbero essere compromessi dalla diminuzione di personale formato ed esperto nelle procedure amministrative, finanziarie e organizzative gestite dalle scuole per l'attuazione dell'offerta formativa;
infatti, per quanto riguarda i docenti da demansionare (circa 3.000 quelli che hanno gravi problemi di salute) si rileva che gli stessi, che peraltro rappresentano il personale più prossimo alle soglie della pensione, sarebbero chiamati ad intraprendere un ruolo, quello di assistente amministrativo, divenuto molto complesso, oltre che gravoso, a seguito sia delle numerose azioni di decentramento che dei tagli agli organici occorsi negli ultimi anni;
ad opinione degli interroganti, il previsto ricambio del personale ATA gradualmente collocato in quiescenza con il personale affetto da problematiche di salute psicofisiche creerà la difficile situazione in cui il personale ATA rimanente in servizio dovrà confrontarsi con colleghi non formati per il lavoro da svolgere;
appare altamente probabile che i dipendenti affetti da gravi patologie, fisiche e o psichiche che siano, necessitino di soventi visite mediche, oppure possano incorrere in aggravamenti delle proprie condizioni di salute, essendo costretti ad assentarsi frequentemente per la cure. Circostanza che costringerebbe l'istituzione scolastica a ricorrere nuovamente a figure supplenti;
l'adozione del decreto interministeriale, a giudizio degli interroganti, non potrà che essere foriera di conseguenze nefaste sui piani dell'offerta formativa (POF) delle singole istituzioni scolastiche, le quali, evidentemente, non potranno più vantare, tra l'altro, la possibilità di offrire i servizi di biblioteca ed organizzazione di conferenze, attualmente gestiti dalla maggior parte dei docenti inidonei, nonché delle cosiddette funzioni strumentali, ovvero delle esercitazioni di laboratorio, attualmente gestite dagli insegnanti tecnico pratici (ITP) delle classi di concorso citate;
occorre ricordare che gli insegnanti dichiarati "inidonei", lo sono per la sola docenza frontale che svolgevano in precedenza, e, in conseguenza della dichiarazione di inidoneità, hanno già subito un raddoppiamento de facto dell'orario lavorativo, essendo gli stessi stati assegnati a funzioni diverse dall'insegnamento;
la maggior parte dei docenti inidonei si è infatti specializzata nell'educazione alla lettura ed alla ricerca in tutti i livelli scolastici. Tale politica è considerata un investimento in tutte le nazioni più avanzate. Ad opinione degli interroganti la scuola non deve privarsi di quelle figure che finora hanno fornito un valido supporto ai progetti dell'offerta formativa e mantengono funzionanti e vitali biblioteche scolastiche, nell'ottica di un arricchimento extracurricolare dell'offerta complessiva della scuola;
in conseguenza di quanto esposto, gli interroganti ritengono che si realizzerà una concreta violazione del diritto allo studio, costituzionalmente garantito (art. 34 della Costituzione), per i ragazzi che frequenteranno gli istituti nei quali gli effetti della normativa in questione si enucleeranno;
ritenuto che, a giudizio degli interroganti:
rappresenta un fatto di inaudita gravità che il richiamato personale scolastico non veda riconosciuto neppure il diritto alla riallocazione lavorativa obbligatoria nella stessa scuola o, in alternativa, almeno nella provincia di appartenenza;
le disposizioni di cui sopra contrastano direttamente con il disposto dell'articolo 2103 del codice civile, il quale, tra l'altro dispone che: "il prestatore di lavoro deve essere adibito alle mansioni per le quali è stato assunto o a quelle corrispondenti alla categoria superiore che abbia successivamente acquisito ovvero a mansioni equivalenti alle ultime effettivamente svolte, senza alcuna diminuzione della retribuzione". Nel caso di specie, il passaggio dei docenti dichiarati inidonei al personale ATA costituirebbe un azzeramento delle competenze, oltre ad un accanimento nei confronti di una categoria debole ed una violazione alla dignità delle persone;
per quanto innanzi riportato, il passaggio obbligato in profilo e mansioni diverse, discendente dall'adottando decreto ministeriale, dovrebbe considerarsi un atto illegittimo;
occorre sottolineare che l'attuazione della disposizione normativa di rango primario (il citato decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95), senza una previa verifica della possibilità di utilizzo dei docenti non idonei come assistenti e senza un percorso professionalizzante, rappresenta evidentemente un demansionamento che, se portato all'attenzione del giudice del lavoro, vedrebbe, in tutta probabilità, soccombente il Ministero con l'aggravio di spese legali;
fatte all'uopo salve, ed impregiudicate, le possibilità dei singoli lavoratori di adire azioni legali a tutela dei propri diritti di soggetti malati, le citate disposizioni non hanno alcun rispetto per i problemi di salute, molto spesso anche particolarmente gravi, sofferti da questa tipologia di personale della scuola, il quale, a seguito dell'adozione del decreto attuativo atteso, rischia di doversi confrontare anche con le difficoltà connesse alla mobilità territoriale. Non risulterebbe esclusa neppure la mobilità intercompartimentale;
ritenuto inoltre che secondo gli interroganti le disposizioni di cui all'articolo 14 del decreto-legge riuscirebbero nel difficile obiettivo di danneggiare tutti i lavoratori coinvolti, ed in particolare: gli ITP perché costretti al transito nel personale ATA; i docenti inidonei perché, oltre al cambio di ruolo, ovviamente demansionante, imposto ex lege, rischiano anche di ritrovarsi, magari in età prossima al collocamento in quiescenza, a confrontarsi con il pendolarismo, mentre combattono con patologie non minori; il personale ATA precario, il quale rischia di attendere invano una stabilizzazione, quale quella contingentata annualmente prevista, in futuro non più possibile a causa dell'occupazione di tutti i posti vacanti e disponibili da parte del personale transitato da altri ruoli,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza della complessità delle problematiche esposte;
in quali tempi preveda di adottare il decreto interministeriale di concerto con i Ministri per la pubblica amministrazione e la semplificazione e dell'economia e delle finanze, che regola il passaggio dei docenti inidonei e degli ITP nei ruoli del personale ATA, così come previsto dal decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95;
se, nelle more della formazione del nuovo Governo, che dovrà godere della fiducia delle Camere elette per la XVII Legislatura, il Ministro ad oggi in carica non intenda astenersi dall'adozione dello stesso decreto, così da permettere l'avvio di opportune iniziative legislative, auspicabilmente modificative delle disposizioni vigenti, al fine di poter nuovamente tutelare i diritti dei lavoratori delle categorie citate.


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