martedì 5 novembre 2013

Resoconti sommari delle sedute odierne

SENATO 7ª Commissione permanente - ISTRUZIONE PUBBLICA, BENI CULTURALI



Resoconto sommario n. 47
MARTEDÌ 5 NOVEMBRE 2013
47ª Seduta (antimeridiana)

Presidenza del Presidente
MARCUCCI

            Intervengono i sottosegretari di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca Galletti e Rossi Doria.

            La seduta inizia alle ore 10,15.

IN SEDE REFERENTE
(1150) Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 12 settembre 2013, n. 104, recante misure urgenti in materia di istruzione, università e ricerca, approvato dalla Camera dei deputati
(Esame e rinvio)

      Il PRESIDENTE comunica preliminarmente che il decreto-legge, in scadenza lunedì 11 novembre, sarà esaminato dall'Assemblea a partire da domani pomeriggio. Onde organizzare i lavori della Commissione propone perciò di fissare il termine per la presentazione degli emendamenti e degli ordini del giorno nella tarda mattinata di oggi, tra le 12,30 e le 13.

            La senatrice MUSSINI (M5S) domanda se vi siano probabilità di approvare degli emendamenti. In caso contrario reputa preferibile concentrare il lavoro sugli ordini del giorno, per i quali occorre però un approfondimento ulteriore; pertanto, suggerisce di spostare il termine quanto meno alle 13.

Il PRESIDENTE chiarisce che la fissazione di un termine per la presentazione degli emendamenti è dovuta anche se un'eventuale modifica del provvedimento comporterebbe inevitabilmente la sua decadenza, dati i tempi ristretti per la conversione. Rammenta peraltro che anche gli emendamenti eventualmente presentati potranno essere poi trasformati in ordini del giorno, ove lo suggeriscano le necessità politiche di ciascun Gruppo.

Il senatore NENCINI (Aut (SVP, UV, PATT, UPT) - PSI) osserva che per la seconda volta la Commissione esamina un decreto-legge di estrema rilevanza, come accaduto nel caso del decreto-legge  n. 91 del 2013 (decreto "Valore cultura"). Ritiene tuttavia che l'impossibilità concreta di modificare il testo rappresenti una doppia lesione, tanto per i Gruppi più piccoli, quanto per l'Assemblea che svolge un mero ruolo notarile. Preannuncia perciò che procederà alla trasformazione in ordini del giorno degli emendamenti che intendeva presentare nella consapevolezza che il voto, pur essendo procedura indispensabile, risulta in questo caso inutile.

La senatrice PUGLISI (PD) afferma che occorre evitare il rischio di decadenza del decreto, sottolineando peraltro che il decreto-legge n. 91 (Valore cultura) è stato mandato di fatto blindato alla Camera dei deputati, mentre è accaduto a parti invertite per il decreto-legge sul femminicidio. Ciò è stato dovuto al fatto che detti provvedimenti d'urgenza sono stati emanati durante l'estate. Accogliendo l'esigenza di un maggior approfondimento, suggerisce comunque di fissare il termine per la presentazione di emendamenti e ordini del giorno al tardo pomeriggio di oggi.

Il PRESIDENTE non concorda su tale ipotesi, tenuto conto che anche l'Assemblea ha l'esigenza di fissare un termine, successivo a quello proposto in Commissione. Ribadisce pertanto la proposta di stabilire detto termine alle ore 13 di oggi.
Quanto all'organizzazione dei lavori, propone di proseguire la discussione generale fino alle 13,30, ove necessario alla luce degli iscritti a parlare. Nella seduta pomeridiana prevista per le 14,30 potrebbe aver luogo l'illustrazione e votazione degli emendamenti ed ordini del giorno; al riguardo fa presente che alle 15 avrà inizio la seduta dell'Aula che però fino alle 16 avrà ad oggetto atti di sindacato ispettivo. Laddove tutti i Gruppi fossero d'accordo e non fossero coinvolti negli atti di sindacato ispettivo membri della Commissione, avanza dunque l'ipotesi di proseguire i lavori in concomitanza dell'Aula fino alle ore 16, quando avrà inizio l'intervento del ministro Cancellieri, e di riprenderli al termine di quest'ultimo.
Fa presente tuttavia che alle 18 dovrà assentarsi per partecipare alla riunione dei Presidenti di Commissione sul bilancio interno del Senato, ma i lavori della Commissione potrebbero comunque proseguire fino alle ore 20.

Il senatore MARIN (PdL) invita a ragionare secondo il buonsenso, nel comune rammarico che il testo, benché migliorabile, sia di fatto immodificabile. Suggerisce perciò di presentare pochi emendamenti in Commissione rinviando la discussione all'esame in Assemblea, tanto più che i tempi disponibili sono assai scarsi e che si potrà incidere assai poco in questa fase. Ritiene pertanto preferibile non dilatare ulteriormente i tempi di esame.

La relatrice GIANNINI (SCpI) non nasconde il proprio imbarazzo per lo scarso tempo a disposizione per un approfondimento del testo, pur concordando con la senatrice Puglisi che analoga compressione dell'iter è accaduta per il decreto-legge n. 91 a danno della Camera.

Il PRESIDENTE tiene a precisare che nel caso del decreto-legge n. 91 la ristrettezza dei tempi è stata causata dalla scelta del Governo di emanare il provvedimento l'8 agosto, in concomitanza con la sospensione dei lavori per la pausa estiva; in questo caso invece i 60 giorni per la conversione erano pienamente disponibili per entrambi i rami del Parlamento.

Riprendendo il suo intervento, la relatrice GIANNINI (SCpI) sottolinea comunque i problemi politici verificatisi alla Camera e sfociati nelle dimissioni del relatore. Si domanda pertanto se sia possibile rinviare l'avvio del provvedimento in Aula almeno a giovedì, sfruttando tutti i giorni possibili fino all'11 novembre. Giudica infine a sua volta preferibile la presentazione di ordini del giorno che in questo caso rappresentano lo strumento più dignitoso, anche se poco influente.

Il PRESIDENTE puntualizza che la calendarizzazione in Aula era stata originariamente fissata per oggi pomeriggio  e la posticipazione a domani pomeriggio è stata accordata dietro una sua precisa richiesta.

Il senatore BOCCHINO (M5S) condivide a pieno le considerazioni della relatrice, registrando negativamente l'impossibilità della maggioranza di consentire un iter spedito al provvedimento. Afferma infatti che, a differenza del cosiddetto decreto "Valore cultura", per il quale effettivamente la pausa estiva è stata penalizzante, in questo caso l'ampia maggioranza che sostiene il Governo aveva tutte le condizioni per esaminare in maniera ordinaria il testo, mentre invece non vi è stato accordo su punti qualificanti.
Pone perciò un problema politico, giudicando paradossale che un provvedimento così rilevante abbia un iter  talmente travagliato, a testimonianza della incapacità della compagine politica che sostiene l'Esecutivo di portare avanti con convinzione i propri provvedimenti. Manifesta quindi forti dubbi sulla possibilità di lavorare in maniera efficiente, rimarcando la necessità di modificare tale modus operandi, al fine di mettere entrambe le Camere - e soprattutto le opposizioni - in condizione di potersi esprimere. Attribuisce quindi tutta la responsabilità politica della compressione dei tempi alle forze di maggioranza.
Concorda comunque sull'ipotesi di fissare il termine per la presentazione di emendamenti ed ordini del giorno alle ore 13, suggerendo però di concentrare i lavori su temi condivisi e qualificanti che fungano da spunto per una futura modifica. Ritiene infatti che la Commissione debba poter incidere, anche attraverso l'esame degli ordini del giorno, impegnando concretamente il Governo in maniera non formale ma sostanziale su aspetti necessariamente da correggere. Ciò anche al fine di superare le divergenze politiche occorse alla Camera e sfociate nelle dimissioni del relatore, nell'ottica di migliorare comunque il provvedimento.

Il senatore LIUZZI (PdL) riconosce che i tempi stringenti e l'andamento non sempre tranquillo delle cosiddette "larghe intese" non consentono di svolgere un iter approfondito. Invita però a tener conto della situazione generale, nella quale il Governo ha posto l'accento su alcune tematiche strategiche, come i beni culturali nel caso del decreto-legge n. 91 e la scuola con il provvedimento in esame, che occorreva affrontare per superare alcune situazioni di necessità.
Pur comprendendo comunque i disagi delle opposizioni, condivide l'idea di affidare ad ordini del giorno unanimemente supportati delle proposte concrete di modifica, che potranno essere poi affrontate in seguito.

Il senatore CENTINAIO (LN-Aut) giudica deprimente questo modo di lavorare, in quanto si ratifica ciò che è stato deciso da altri.
Afferma pertanto che il suo Gruppo non intende rinunciare alla presentazione degli emendamenti ed accontentarsi di ordini del giorno, anche se compirà una scelta precisa sulle proposte emendative da presentare, onde evitare un lavoro inutile.

Dopo due interventi sull'ordine dei lavori del senatore MAZZONI (PdL), il quale sollecita l'avvio dell'esame, e della senatrice MUSSINI (M5S), che denuncia la violazione dell'articolo 76 della Costituzione, su proposta del PRESIDENTE, la Commissione conviene di fissare alle ore 13 di oggi il termine per la presentazione degli emendamenti e degli ordini del giorno.

Il PRESIDENTE tiene poi a precisare di aver più volte paventato il rischio di una compressione dei tempi per l'esame di questo provvedimento, invitando tutti i Gruppi ad attivarsi nei confronti dei colleghi della Camera onde far confluire le proprie proposte in quella sede. Dà peraltro atto al Governo e ai due relatori che si sono succeduti nella VII Commissione della Camera di aver affrontato il decreto in maniera aperta verso le sollecitazioni sia della maggioranza che delle opposizioni, come testimonia l'elevato numero di emendamenti approvati, di tutti gli schieramenti.
Quanto all'andamento dei lavori per la seduta pomeridiana, nel ribadire la propria proposta, fa presente che la Commissione potrà valutare successivamente come procedere.

            Riferisce indi alla Commissione la relatrice GIANNINI (SCpI), la quale segnala che il provvedimento impatta maggiormente sulla scuola e in misura minore sull'università e sulla ricerca. Nel rimarcare negativamente l'impossibilità materiale di approfondire un provvedimento a suo avviso fondamentale, dichiara di aver avuto l'impressione di microinterventi che affrontano singole esigenze senza tuttavia una ratio unitaria né un deciso cambiamento di rotta. Cita ad esempio il caso delle borse di studio, qui incrementate solo per 100 milioni di euro, mentre nel decreto-legge  n. 69 del 2013 c'era addirittura un finanziamento di 1,5 miliardi seppur a danno del Fondo ordinario e dunque poi eliminato.
            Riconosce comunque la volontà del Governo di assumere il settore dell'istruzione, più che quello dell'università, come comparto di riferimento, impegnandosi a risolvere alcune emergenze tra cui l'edilizia scolastica. Accoglie perciò positivamente il provvedimento, anche se senza troppi entusiasmi, visto che sarebbe stato opportuno un lavoro più accurato. Passa dunque all'esame dell'articolato, segnalando che l'articolo 1 ha la finalità di incrementare il sostegno agli alunni delle scuole secondarie di primo e secondo grado per il raggiungimento dei più alti livelli negli studi e del pieno successo formativo, con specifico riferimento alle esigenze degli studenti pendolari e fuori sede. Con un emendamento approvato dall'Aula della Camera, è stata fatta anche esplicita menzione degli studenti con disabilità ai sensi della legge n. 104 del 1992. Secondo la relazione illustrativa presentata alla Camera, l'urgenza deriva dalla volontà di erogare i benefici già nell'anno scolastico 2013-2014. A tal fine, il comma 1 prevede un incremento dell'offerta di servizi utili a garantire l'accesso e la frequenza dei corsi nell'anno 2013-2014 attraverso l'autorizzazione di una spesa di 15 milioni di euro per l'anno 2014 per l'attribuzione di contributi e benefici a favore degli studenti che pare a suo giudizio una cifra accettabile. Reputa poi importante il coinvolgimento della Conferenza Stato-Regioni nella ripartizione delle risorse.
L'articolo 2 provvede a rifinanziare il Fondo integrativo statale per le borse di studio agli studenti universitari erogate dalle Regioni e a rendere stabile questo finanziamento, che costituisce a suo avviso un punto cruciale per la riqualificazione del sistema universitario. In particolare, il comma 1 prevede che dal 2014 il Fondo venga incrementato nella misura di 100 milioni di euro, che rappresenta una cifra ancora modesta. Si augura perciò che in un successivo provvedimento normativo sia reperito un finanziamento più consistente, anche in connessione con la Fondazione per il merito.
            L'articolo 3 compie a suo giudizio un passaggio importante, in quanto sostiene la formazione presso le istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica (AFAM) di cui all'articolo 2, comma 1, della legge 21 dicembre 1999, n. 508, a fronte di difficoltà economiche. In proposito ricorda che il comparto vive una bizzarra situazione di convivenza di conservatori e istituti musicali pareggiati, i quali hanno stessi compiti ma diversa qualificazione giuridica. Dopo aver rammentato che sulla materia sono stati discussi anche atti di sindacato ispettivo, rileva che vengono previsti premi (non più borse di studio, a seguito di un emendamento della Commissione cultura) per un importo complessivo di 3 milioni di euro nel 2014. Si prevede l'emanazione di un bando nel quale sono specificati i settori di intervento, con particolare riguardo a progetti di ricerca di rilevanza nazionale e iniziative di promozione dell'AFAM.
L'articolo 4 affronta un'altra emergenza, la tutela della salute nelle scuole. Fa presente che l'urgenza della misura è connessa all'immediatezza dei rischi derivanti dal fumo per gli studenti e per gli operatori della scuola. In particolare, si estende il divieto di fumo previsto per i locali chiusi anche alle aree all'aperto di pertinenza degli istituti scolastici di ogni ordine e grado. I successivi commi introducono il divieto di utilizzare sigarette elettroniche nei locali chiusi delle istituzioni scolastiche, ritenute un subdolo sostituto, stabilendo conseguenti sanzioni nell'ipotesi di violazione del divieto. Rileva peraltro che, a seguito di un emendamento approvato dall'Aula della Camera, i proventi delle predette sanzioni - originariamente destinati al Ministero della salute per il potenziamento delle attività di monitoraggio sugli effetti derivanti dall'uso delle sigarette elettroniche nonché per attività formative finalizzate alla prevenzione del tabagismo - saranno invece riassegnati al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, che poi li destina alle scuole che hanno contestato le violazioni per essere successivamente utilizzati per attività finalizzate all'educazione alla salute.
Si sofferma poi sul comma 5, che prevede invece programmi volti a favorire il consumo consapevole dei prodotti ortofrutticoli locali, stagionali e biologici nelle scuole, oggetto già di alcune proposte emendative del Gruppo Movimento 5 Stelle in occasione del decreto-legge n. 69 del 2013. Evidenzia altresì che l'Aula della Camera ha poi introdotto due commi aggiuntivi (5-bis e 5-ter) con i quali si prevedono specifiche linee guida del Ministero dell'istruzione, sentito il Ministero della salute, per disincentivare nelle scuole la somministrazione di alimenti e bevande contenenti un elevato apporto totale di lipidi, di zuccheri, di sodio, di teina o di caffeina, e per favorire invece la somministrazione di prodotti adatti a studenti celiaci.
L'articolo 5 - prosegue la relatrice - intende potenziare l'offerta formativa, sia intervenendo sugli insegnamenti, sia con ulteriori iniziative volte a promuovere la fruizione del patrimonio culturale. A tale articolo, la Commissione cultura ha premesso un comma iniziale con cui si dispone che entro 90 giorni siano avviati il monitoraggio e la valutazione dei sistemi di istruzione liceale, tecnica e professionale, al fine di garantirne l'aggiornamento e l'adeguamento agli indirizzi culturali emergenti, nonché alle esigenze espresse dalle università e dal mondo del lavoro. in proposito esprime alcuni dubbi su una possibile eccessiva "creatività tematica" analoga a quella registrata nelle università, invocando un chiarimento del Governo.
Dopo aver accennato al comma 1, inerente l'integrazione dei quadri con un'ora settimanale di "geografia generale ed economica", dà conto del comma 2, recante disposizioni volte a rafforzare la formazione continua dei docenti e la consapevole fruizione del patrimonio culturale e la consapevole. Nello specifico, il Ministero dell'istruzione si prefigge di bandire un concorso per la realizzazione di progetti didattici nei musei, nei siti di interesse archeologico, storico e culturale ovvero nelle istituzioni culturali e scientifiche. Per le suddette attività è previsto un finanziamento di 3 milioni di euro per l'anno 2014, sulla cui rispondenza ai bisogni effettivi domanda un chiarimento al Governo.
L'articolo 6 agevola le famiglie con riferimento alle spese per l'acquisto dei libri di testo, intervenendo sul piano sia normativo, ossia sulle regole per l'adozione dei testi, sia economico, introducendo agevolazioni per le famiglie in difficoltà.
E' poi previsto che le scuole possano elaborare autonomi materiali didattici digitali per specifiche discipline da utilizzare come libri di testo e che ogni prodotto sia affidato ad un docente supervisore che ne garantisce la qualità sotto il profilo scientifico e didattico. Un emendamento approvato dalla Commissione cultura ha precisato che le predette norme si applicano a tutte le istituzioni di istruzione secondaria di secondo grado.
Il comma 2 introduce invece un beneficio per le famiglie in difficoltà, prevedendo che il Ministero dell'istruzione eroghi alle istituzioni scolastiche la somma complessiva di euro 2,7 milioni nell'anno 2013 ed euro 5,3 milioni nell'anno 2014 per l'acquisto, anche tra reti di scuole, di libri di testo, anche usati, di contenuti digitali integrativi ed altri dispositivi da concedere in comodato d'uso a studenti individuati in base all'ISEE.
Passando all'articolo 7, rileva che esso è volto a fronteggiare il rischio della dispersione scolastica, che richiede una risposta immediata, e – più in generale – a rendere le scuole spazi aperti e luoghi di coesione sociale per le famiglie e la comunità. Il comma 1 prevede, in via sperimentale, un Programma di didattica integrativa per l'anno scolastico 2013-2014 con l'obiettivo di arginare i fenomeni di dispersione scolastica nei territori che presentano un rischio superiore di evasione dell'obbligo scolastico, in particolare nel Meridione e nelle aree rurali del Centro-Sud. Per la realizzazione del Programma il comma 3 autorizza la spesa di euro 3,6 milioni per l'anno 2013 e di euro 11,4 milioni per l'anno 2014.
Giudica peraltro assai importante l'articolo 8, che ha lo scopo di potenziare, a partire dall'anno scolastico 2013-2014, le attività svolte dalle scuole per l'orientamento degli studenti, in vista della scelta dei successivi indirizzi e sbocchi professionali. A questo scopo si procede sia intervenendo sulla disciplina vigente, sia disponendo uno specifico finanziamento. Il comma 1 intende favorire una maggiore consapevolezza nella scelta del percorso di studio e una migliore conoscenza delle opportunità e degli sbocchi occupazionali per gli studenti iscritti all'ultimo anno delle scuole secondarie di primo grado e agli ultimi due anni delle scuole secondarie superiori. A tal fine, si prevede che le attività inerenti ai percorsi di orientamento che eccedano il normale orario di lavoro possano essere remunerate attraverso il Fondo delle istituzioni scolastiche nel rispetto della disciplina in materia di contrattazione integrativa. I percorsi di orientamento si
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 devono inserire strutturalmente già dal penultimo anno della scuola secondaria di secondo grado, anziché solo nell'ultimo come attualmente previsto, nonché nell'ultimo della scuola secondaria di primo grado. Afferma peraltro che le attività già esistenti devono in tale direzione essere  migliorate. Il comma 2 autorizza, per le iniziative di orientamento, la spesa annua di euro 1,6 milioni di euro per l'anno 2013 e di 5 milioni di euro a decorrere dal successivo.
Sottolinea altresì che la Commissione cultura ha introdotto un articolo 8-bis secondo cui i predetti percorsi di orientamento devono comprendere misure volte a far conoscere agli studenti il valore educativo e formativo del lavoro anche attraverso giornate di formazione in azienda, nonché a sostenere la diffusione dell'apprendistato di alta formazione nei percorsi degli istituti tecnici superiori, tema più volte ribadito dal ministro Maria Chiara Carrozza. Con decreto del Ministro dell'istruzione, di concerto con il Ministro del lavoro e con quello dell'economia, sono definite le tipologie di aziende che possono partecipare al programma, i loro requisiti, il contenuto delle convenzioni che devono essere stipulate fra scuole e imprese, i diritti degli studenti coinvolti e il riconoscimento dei crediti formativi.
L'articolo 9 pone rimedio a un disagio al quale sono soggetti i ragazzi stranieri che studiano in Italia, che rischia di limitarne l'afflusso. Nell'auspicare una comune sensibilità su tale questione, lamenta infatti il reticolo invalicabile di adempimenti burocratici che ostacolano il percorso di questi ragazzi e segnala che il comma 1 consente, nella logica di semplificazione e di riduzione dei costi amministrativi e sociali, la validità del permesso di soggiorno per motivi di studio o di formazione per l'intera durata del corso, anziché per un singolo anno rinnovabile poi di anno in anno. Si tratta a suo avviso di una misura pienamente condivisibile, anche nell'ottica di evitare la perdita di studenti per ragioni connesse alla burocrazia.
Altro punto qualificante, prosegue la relatrice, è l'articolo 10, volto a rafforzare le dotazioni materiali delle scuole e delle altre istituzioni di formazione, intervenendo sia sul patrimonio immobiliare delle scuole, sia sul regime fiscale delle erogazioni a loro favore. Il comma 1 prevede infatti la possibilità di contrarre mutui, con oneri di ammortamento a carico dello Stato, con la Banca europea per gli investimenti, la Banca di sviluppo del Consiglio d'Europa, la Cassa depositi e prestiti e con i soggetti autorizzati all'esercizio dell'attività bancaria, per interventi straordinari di ristrutturazione, messa in sicurezza, adeguamento antisismico, efficientamento energetico di immobili di proprietà pubblica adibiti all'istruzione scolastica, nonché per la costruzione di nuovi edifici scolastici pubblici. Condivide peraltro appieno le modifiche apportate dalla Camera, secondo cui le norme di quest'articolo sono state estese anche agli alloggi e alle residenze universitari, nonché alla realizzazione o al miglioramento delle palestre scolastiche.
Dopo aver accennato agli articoli 10-bis e 10-ter introdotti alla Camera, nonché all'articolo 11, descrive i contenuti dell'articolo 12, che mira a rimediare a una situazione di inadeguatezza del dato normativo o di incertezza interpretativa circa il dimensionamento delle istituzioni scolastiche, emersa da decisioni di organi giurisdizionali. In proposito, il comma 1 intende disciplinare la materia in coerenza con quanto stabilito dalla sentenza della Corte costituzionale n. 147 del 7 giugno 2012, con la quale è stata dichiarata l'illegittimità del comma 4 dell'articolo 19 del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111, relativo alla generalizzazione degli istituti comprensivi che dovevano essere costituiti con almeno 1.000 alunni, ridotti a 500 in particolari zone (montane e piccole isole), chiarendo che lo Stato non può dettare norme di dettaglio in materia di dimensionamento delle rete scolastica, di competenza regionale, ma può solo fissare norme generali per il contenimento della spesa, stabilendo obiettivi da raggiungere. Fa presente dunque che il comma 1 limita dunque agli anni scolastici 2012-2013 e 2013-2014 il divieto (fissato a regime dalla legge di stabilità 2012) di assegnare il dirigente scolastico e il direttore dei servizi generali e amministrativi (DSGA) alle scuole costituite con un numero di alunni inferiore a 600, ridotto a 400 per le istituzioni site nelle piccole isole e nei comuni montani. Segnala poi che a regime, i criteri per la definizione del contingente organico dei dirigenti scolastici e dei DSGA, nonché per la loro distribuzione fra le Regioni, saranno definiti con decreto avente natura non regolamentare del Ministro dell'istruzione, di concerto con il Ministro dell'economia, previo accordo in sede di Conferenza unificata. Le Regioni provvederanno autonomamente al dimensionamento scolastico sulla base del predetto accordo.
L'articolo 13 reca disposizioni per un ottimale utilizzo delle informazioni presenti nelle anagrafi regionali e nazionale degli studenti di cui al decreto legislativo 15 aprile 2005, n. 76, prevedendo al comma 1 la loro integrazione, nel rispetto del principio dell'invarianza di spesa, nel sistema nazionale delle anagrafi degli studenti entro l'anno scolastico 2013-2014.
Illustra inoltre l'articolo 14 sul sistema dell'istruzione tecnica superiore e la costituzione di ulteriori istituti tecnici superiori, che rappresentò a suo tempo un'ottima intuizione del Governo Prodi. Segnala al riguardo la partecipazione delle università, degli enti locali e di altri partner anche privati quali investitori.
L'articolo 15 - prosegue la relatrice - contiene diverse disposizioni in materia di personale scolastico, che mirano a garantire continuità e programmazione e a migliorare nell'immediato le dotazioni del personale nelle scuole, anche con riferimento agli studenti con disabilità. Con riguardo agli insegnanti di sostegno, segnala che, sempre per garantire una maggiore integrazione degli alunni disabili, le quattro aree disciplinari del sostegno sono unificate e continuano ad essere utilizzate solo per le graduatorie delle procedure concorsuali bandite prima dell’entrata in vigore di questa norma.
L'articolo 16 prevede nuove iniziative per la formazione del personale scolastico e, quindi, per il potenziamento dell'offerta formativa particolarmente rivolte ai docenti delle zone a maggiore rischio socio-educativo, stanziando la somma complessiva di 10 milioni di euro per l'anno 2014. Reputa tuttavia un po' generico il riferimento agli esiti nelle valutazioni INVALSI e negli apprendimenti in generale, soprattutto nelle scuole che presentano maggiori criticità, menzionando comunque gli ulteriori ambiti della formazione, quali: l’integrazione degli alunni disabili e di quelli stranieri, con una specifica attenzione alla didattica interculturale e al bilinguismo; l’educazione all’affettività, il rispetto della diversità, il superamento degli stereotipi di genere, anche in attuazione del Piano d'azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere previsto dal recente decreto-legge contro i femminicidi; la capacità di gestione dei sistemi scolastici; i processi ed innovazione tecnologica; l’alternanza scuola-lavoro.
Dopo aver brevemente accennato all'articolo 17, precisa che l'articolo 18 consente, al comma 1, l'immediata assunzione di vincitori di un concorso per dirigenti tecnici già espletato, mentre l'articolo 19 contiene misure di immediata applicazione per l'organizzazione e per il personale delle istituzioni AFAM.
Si dilunga invece maggiormente sull'articolo 20 che, nella versione originaria del decreto, eliminava, con effetto anche per gli esami già banditi e non ancora conclusi, il cosiddetto «bonus di maturità», accordato dalla normativa precedente agli studenti che si iscrivono agli esami per l'accesso ai corsi di laurea a numero programmato come determinati dalla normativa europea (medicina, odontoiatria, veterinaria e architettura). La norma fissava a 100 il punteggio massimo degli esami di ammissione ai predetti corsi universitari prevedendo che 90 punti fossero assegnati sulla base del risultato dei test di ingresso e 10 fossero assegnati agli studenti che avessero conseguito risultati scolastici di particolare valore nell'ultimo triennio e nell'esame di Stato, indicando i criteri per la determinazione del punteggio da attribuire per la valorizzazione del percorso scolastico. Considerato che si trattava della prima applicazione della norma, anche perché la difficoltà di valorizzare adeguatamente il percorso scolastico tenendo conto del contesto locale aveva indotto a rinviarne gli effetti con interventi annuali d'urgenza fino all'anno accademico 2013-2014, il Ministero ne aveva reputato necessaria l'abrogazione.
Nel corso dell’iter del provvedimento alla Camera, tuttavia, anche questa soluzione è stata avvertita come iniqua, avendo modificato le regole durante l’espletamento dei test di ingresso alle facoltà a numero chiuso. La Commissione cultura ha perciò approvato un emendamento secondo il quale i partecipanti ai test che sarebbero entrati nelle graduatorie entro il numero massimo di posti disponibili se si fossero visti riconoscere il bonus sono ammessi in soprannumero già dal corrente anno accademico ovvero dal prossimo, nella sede cui avrebbero avuto diritto con l’applicazione del bonus. Analogamente, coloro che si sono iscritti ad una sede diversa da quella cui avrebbero avuto diritto con l’applicazione del bonus, possono cambiare sede dal prossimo anno accademico, con il riconoscimento dei crediti acquisiti. A tal fine, il Ministero riaprirà la procedura per l’inserimento del voto di maturità da parte dei candidati che hanno ottenuto almeno 20 punti ai test di ingresso. Un emendamento approvato dall’Aula della Camera ha esteso le predette disposizioni ai test svolti per l’accesso ai corsi di laurea in professioni sanitarie e in scienze della formazione primaria.

In una breve interruzione il sottosegretario GALLETTI dà analiticamente conto dei meccanismi di recupero dei candidati a seguito della reintroduzione del bonus.

Riprendendo il suo intervento, la relatrice GIANNINI (SCpI) riferisce indi sull'articolo 21, che modifica la disciplina della formazione specialistica dei medici, con il duplice obiettivo di risolvere alcune criticità riscontrate in ordine alle modalità di ammissione alle scuole di specializzazione e di abbreviare i tempi per la determinazione dell'importo dei contratti degli specializzandi medici.
Segnala poi che l'articolo 22 interviene sull'organizzazione dell'Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca (ANVUR) e degli enti di ricerca, con disposizioni la cui urgenza è dettata dall'esigenza di rinnovarne gli organi di vertice. Avviandosi alla conclusione, dopo aver illustrato sommariamente i restanti articoli, ritiene che l'insieme delle misure previste rappresenti più un bisogno di rimediare che un'occasione per affermare una visione strategica per i settori della conoscenza.

            Il PRESIDENTE dichiara aperta la discussione generale.
         
            La senatrice BIGNAMI (M5S) si sofferma in particolare sull'articolo 15, che unifica le aree di sostegno compiendo una scelta a suo avviso gravissima. Le attuali 4 aree in cui il sostegno è diviso nella scuola secondaria superiore sono infatti indispensabili quanto meno per quegli alunni con disabilità minori che possono raggiungere, con l'ausilio di docenti professionalmente competenti, gli obiettivi minimi del curriculum. In tal modo, essi arrivano a conseguire una maturità spendibile a tutti gli effetti nel mondo del lavoro, mentre senza i docenti specialisti non otterrebbero mai tale risultato. L'area unica del sostegno rappresenta perciò, a suo avviso, una intollerabile ingiustizia sociale, volta solo ad assicurare un posto di lavoro a docenti in sovranumero. Non va dimenticato peraltro che il sostegno ha spesso rappresentano una scorciatoia per l'inquadramento in ruolo. Non si possono perciò assecondare le richieste di docenti che, quanto meno in parte, non hanno neanche la passione di dedicarsi ai ragazzi con disabilità, in tal modo calpestando il legittimo diritto di apprendere di tutti gli studenti.
            Sollecita perciò il Governo ad una ulteriore riflessione su questo punto, sul quale non smetterà di manifestare con forza il proprio dissenso.

            La senatrice MUSSINI (M5S), riallacciandosi alle osservazioni della senatrice Bignami, afferma in generale che le tematiche scolastiche ancora una volta sono affrontate in maniera disorganica, con una scarsa competenza in merito alle dinamiche concrete. Ciò comporta alcuni errori grossolani, come è stato fatto sul bonus maturità, che sottende l'idea per cui non si valuta solo la performance di una prova ma un intero curriculum. A suo avviso la vicenda del bonus dimostra tuttavia una non consapevolezza dei meccanismi interni alla scuola, mentre sarebbe stato più opportuno intervenire sul computo del credito scolastico laddove fossero state riscontrate effettive disparità tra le scuole o le aree territoriali del Paese.
            Lamenta poi che analoga approssimazione ha riguardato altri aspetti del comparto, che rischiano di rovinare la scuola. Cita, con grande sorpresa, il collegamento tra le prove INVALSI, la dispersione scolastica e la qualità dell'insegnamento: ritiene infatti che per misurare la capacità didattica degli insegnanti sia inadeguato utilizzare le valutazioni dell'INVALSI, tenuto conto che detta misurazione dovrebbe avere ad oggetto un differenziale di competenze e tener conto anche di altre variabili come il numero di alunni per classe e il contesto sociale. Quanto poi alla presunta connessione tra la formazione degli insegnanti e i fondi europei, fa presente che, secondo le rilevazioni pubblicate dal ministro Barca, le Regioni che impiegano maggiormente dette risorse per la formazione dei docenti sono quelle in cui c'è maggiore criticità sui risultati dell'INVALSI. Si domanda pertanto quale coerenza ispiri l'azione del Governo e invoca l'avvio di un lavoro serio sugli obiettivi di una scuola moderna.
            Circa il reintegro di un'ora di geografia, reputa vergognoso l'intervento sui curricula nella logica del risparmio che ha portato nei licei all'unificazione degli insegnamenti di storia e geografia. Manifesta perciò profonda tristezza nel vedere come siano stati danneggiati i curricula senza che la materia sia stata affrontata nell'insieme.
            Ritiene poi assai grave l'utilizzo delle risorse del Fondo per l'offerta formativa per l'acquisto dei beni materiali connessi ai laboratori, tenuto conto che su tale Fondo ricadono spesso troppe esigenze del quotidiano, come ad esempio le supplenze. Dopo essersi soffermata sull'ampliamento dell'orientamento, che in molte scuole è già diffuso a partire dal quarto anno della scuola superiore di secondo grado, ritiene assai preoccupanti le misure contenute nel decreto.
            Augurandosi che sia messa da parte una volta per tutte l'emergenza, si domanda se in futuro possa essere instaurato un nuovo dialogo tra Governo e Parlamento per la risistemazione del sistema scolastico, di cui tutti parlano salvo poi tirarsi indietro al momento di intervenire in concreto.
         
            La senatrice PUGLISI (PD) reputa che il provvedimento rappresenti un indubbio passo in avanti, seppur attraverso singoli interventi che sono comunque preferibili rispetto ai brutali tagli inferti al settore dai Governi precedenti. Apprezza perciò che sia stata avviata un'opera di restituzione di risorse e che non si sia intervenuto mediante riforme "epocali", senza prima dare alla scuola la possibilità di avere fiducia e di agire con tranquillità dopo gli sconvolgimenti degli anni passati.
            Ciò premesso, fa notare che l'articolo 1 non ha paragoni in passato in quanto non ci sono mai state vere misure per il welfare studentesco. I 15 milioni di euro assegnati alle Regioni integrano infatti misure che solo detti enti prevedevano. Si esprime pertanto con favore sulle modifiche apportate dalla Camera dei deputati, che ha concentrato le risorse sul trasporto scolastico, rapportato alla situazione economica di ciascuno studente, a prescindere dal merito, in quanto occorre anzitutto garantire il diritto di raggiungere la scuola. Ritiene dunque che alla Camera dei deputati sia stato compiuto un buon lavoro e siano stati apportati dei miglioramenti, su cui anche il suo Gruppo si è a lungo confrontato.
            Segnala peraltro che uno dei settori di intervento è stato il personale scolastico, al fine di riparare a danni precedenti, come ad esempio la cosiddetta spending review per la parte riguardante gli inidonei e gli ATA, consentendo tra l'altro la possibilità di stabilizzare circa 27.000 insegnanti di sostegno e di avvicinarsi all'organico funzionale che assegna personale stabile sui posti disponibili. Ripercorre altresì la battaglia che è stata fatta in Commissione bilancio della Camera dei deputati con il Ministero dell'economia e delle finanze, formulando l'auspicio di una piena indipendenza del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca sulle modalità di gestione del budget ad esso assegnato.
            Sottolinea inoltre che il provvedimento introduce misure che la scuola aspettava da anni, che andranno senz'altro implementate, come ad esempio l'apertura pomeridiana e il contrasto alla dispersione scolastica. Si sofferma altresì su un aspetto fondamentale, rappresentato dal nuovo investimento nella formazione in servizio dei docenti. In proposito ritiene che fino ad oggi sia stata diffusa una visione distorta delle misurazioni dell'INVALSI, che comunque fotografano gli apprendimenti.       Reputa perciò positivo che gli insegnanti siano supportati, sul piano della formazione, per aggiornare la didattica in merito a quegli aspetti più deboli come certificati dall'INVALSI, tanto più che la formazione rappresenta anzitutto uno scambio di buone pratiche, in modo da consentire agli studenti di raggiungere risultati migliori. Nega dunque che si tratti di strumenti positivi o premianti in quanto sono misure a disposizione delle scuole. Nel richiamare il dibattito in corso anche nel Gruppo Partito Democratico, reputa che la valutazione dell'efficacia di tale metodo si potrà svolgere nei prossimi anni, in termini di miglioramento negli apprendimenti.
            Con particolare riguardo al bonus maturità rammenta che il ministro Maria Chiara Carozza ha tentato di correggere le iniquità e a fronte di molte segnalazioni il Consiglio dei ministri all'unanimità ha effettivamente deciso l'eliminazione di tale misura. Tuttavia numerosi studenti hanno protestato in quanto tale scelta ha inciso sulle prove in corso e ciò spiega la modifica approvata dalla Camera dei deputati, che tenta di evitare le disuguaglianze. Invoca tuttavia una risposta definitiva al problema, manifestando forte preoccupazione per il futuro dei giovani studenti che vedono infranti i loro sogni. Ritiene infatti auspicabile un sistema universitario senza sbarramento all'ingresso ma con una forte selezione dopo il secondo anno. Deplora altresì le difficoltà che incombono sugli studenti che vogliono cambiare facoltà, dopo l'insufficiente orientamento svolto nella scuola superiore, tenuto conto che anche le facoltà non a numero chiuso prevedono lo svolgimento di un test di competenze senza il quale non è possibile mutare percorso. Nel lamentare l'enorme perdita di tempo per gli studenti, si domanda se le università, per inseguire i criteri di valutazione - su cui invita il Dicastero ad intervenire - , stiano perdendo di vista gli obiettivi di dimezzare la dispersione scolastica e di incrementare il numero di laureati, previsti entrambi dalla strategia "Europa 2020".
            Avviandosi alla conclusione, chiede al Governo maggiori delucidazioni sulla situazione degli specializzandi in medicina nei confronti dei quali vengono cambiati in corso d'opera i criteri esistenti.

            Il senatore MAZZONI (PdL) rileva che dei 400 milioni stanziati dal decreto, circa 107 sono destinati al personale della scuola, mentre gli studenti avrebbero meritato un'attenzione maggiore. Pone dunque l'accento sul rapporto tra le istituzioni e le nuove generazioni, deplorando il cambiamento delle regole a percorso già avviato e sottolineando criticamente che se ciò fosse accaduto durante l'amministrazione dell'allora ministro Gelmini ci sarebbe stata quanto meno una mobilitazione di piazza, mentre ora si registrano solo silenzi a suo giudizio significativi ed imbarazzati. Ritiene quindi che la Camera dei deputati abbia posto rimedio ad un vulnus, il cui superamento ha rappresentato per il Gruppo Il Popolo della Libertà una battaglia di equità per ristabilire il corretto rapporto tra istituzioni e studenti.
            Stigmatizza poi un altro errore riguardante la copertura finanziaria, lamentando che per la seconda volta un provvedimento di urgenza viene coperto con un incremento dell'imposta di registro e delle accise sugli alcolici, secondo un approccio opposto alla visione del suo Gruppo. Ricorda peraltro che nel luglio scorso la Ragioneria generale dello Stato aveva dato parere contrario ad ulteriori incrementi di tasse sugli alcolici, in quanto avrebbe provocato una depressione dei consumi. Rivendica invece la proposta del suo Gruppo di assoggettare all'IVA alcuni prodotti di Poste italiane ora esenti, per garantire un gettito certo. Critica perciò l'impostazione statalistica sottesa al provvedimento e sollecita il superamento di un retaggio culturale che marginalizza le scuole paritarie, le quali invece fanno a pieno titolo parte del sistema pubblico di istruzione.
            Si dichiara invece d'accordo con le misure sul welfare studentesco, sulle borse di studio, sull'alternanza scuola-lavoro, anche se ritiene ancora non compiuta la sinergia tra scuola e lavoro. Afferma dunque che su tale piano il provvedimento resta meramente simbolico, in quanto non vi è un reale rafforzamento degli istituti tecnici e di quelli superiori.
            Un altro tema assente è la questione del ricambio nelle cattedre ormai esaurite, per le quali il recente concorso avrebbe dovuto garantire la copertura dei posti. Lamenta invece che per le classi di concorso esaurite non sono stati banditi nuovi posti e pertanto le vacanze saranno coperte attingendo da materie affini. Chiede infine delucidazioni sulla sorte dei docenti che stanno svolgendo i TFA ordinari, domandando se corrisponde al vero che essi saranno inseriti nella quarta fascia. Nel preannunciare un ordine del giorno in tal senso, conclude ponendo nuovamente un problema di equità che sarebbe a suo avviso sbagliato non affrontare.

            La senatrice IDEM (PD) concorda con la senatrice Puglisi ritenendo che il provvedimento introduca positive misure per assicurare la sopravvivenza dei comparti di riferimento.
            In ordine alle prove INVALSI, ritiene che esse siano accettabili solo nella misura in cui costituiscano un punto di partenza, tenuto conto che si tratta di prove tecniche spesso avulse dal contesto di riferimento. Segnala infatti che talvolta alunni inseriti in ambienti scolastici difficili vengono bollati come poco preparati. Reputa altresì necessaria la formazione pedagogica in partenza per gli insegnanti, onde dotarli di tutti gli strumenti adeguati. Si augura infine che si raggiunga una concertazione sulle riforme necessarie.

            Il senatore BOCCHINO (M5S) lamenta che alcune classi di concorso si trovano in una situazione di sofferenza per la riduzione del numero di ore loro dedicate e dunque aumentano le classi di concorso atipiche. Nel sollecitare l'atteso riordino delle classi di concorso che rappresenta a suo avviso il luogo principale per risolvere alcune criticità e stemperare le situazioni di sofferenza, deplora che siano di fatto sparite molte ore curriculari dalle scuole. Nel preannunciare la presentazione di un ordine del giorno in tal, spera che il Governo manifesti disponibilità su ciò.
            In relazione alla ricerca, rileva criticamente l'assenza di misure concrete anche circa gli enti pubblici di ricerca, ad eccezione di poche norme contenute nel capo III intitolato peraltro "Altre disposizioni", a dimostrazione della scarsa importanza di tale segmento che invece dovrebbe costituire un settore strategico. Nel merito, giudica marginali le modifiche inerenti le nomine dei vertici, affermando che sarebbe stato necessario intervenire anche per le assunzioni degli altri enti oltre l'INGV, i quali svolgono attività altrettanto utili, nell'ottica di mantenere la leadership dei nostri settori di ricerca.
            Reputa poi assai spinosa la questione dei fondi premiali, tenuto conto che gli enti pubblici di ricerca attendono ancora la restituzione di circa 130 milioni di euro sottratti nel 2012 e non più assegnati. Dopo aver ribadito che la quota premiale non deve valere sulle assegnazioni ordinarie, si sofferma sui ritardi nella selezione dei progetti, domandando maggiori chiarimenti sull'eventuale ripresentazione del bando. Quanto alle misure contenute nel decreto, giudica inopportuno che una quota del Fondo ordinario venga assegnata in relazione alla valutazione della qualità nella ricerca, atteso che essa non è aggiuntiva e che la valutazione è stata fatta in un contesto di ristrettezze economiche. Sollecita perciò un ripensamento e coglie l'occasione per segnalare la presentazione di un emendamento al disegno di legge di stabilità che, da un lato, restituisce i 55 milioni di euro tagliati dalla spending review e dall'altro prevede che questa quota aggiuntiva venga assegnata in base alla valutazione della qualità, in modo tale che l'attuale quota premiale ritorni nel Fondo ordinario. In proposito, rammenta il parere espresso dalle Commissioni parlamentari sul riparto del Fondo ordinario per il 2013, invocando nuovamente il ripristino del taglio lineare.
            Giudica altresì risibile l'articolo 23, che tocca in maniera solo marginale il problema del precariato, peraltro neanche affrontato dal decreto-legge n. 101 del 2013, in occasione del quale sono stati inopinatamente respinti alcuni emendamenti sulla possibilità di assunzione previa selezione. Si interroga dunque sulla sorte dei precari nel momento in cui scadranno i contratti e  rivolge un appello al Governo affinché intervenga almeno con la legge di stabilità. Si augura pertanto che sia condivisa la necessità di restituire a tali soggetti quanto meno il rispetto che meritano, ferma restando l'esigenza che siano comunque restituiti i 55 milioni di euro, i quali del resto rappresentano una cifra esigua se rapportata al bilancio dello Stato. In conclusione stigmatizza l'assenza di misure per i lavoratori della conoscenza in tale provvedimento.

            La senatrice PETRAGLIA (Misto-SEL) giudica assai importanti gli argomenti trattati dal decreto-legge, che avrebbero potuto costituire l'occasione per dare il segno di cambiamento atteso dal Paese. Rileva invece con rammarico che si è nuovamente persa la possibilità per dare risposte concrete, a dispetto delle dichiarazioni programmatiche del ministro Maria Chiara Carrozza. Si domanda poi le ragioni della scelta di un provvedimento di urgenza, che reputa riduttivo in quanto affronta solo alcuni temi senza l'ambizione di una visione di insieme. Ipotizza inoltre che il richiamo all'intransigenza del Ministero dell'economia e delle finanze rappresenti di fatto un alibi per accettare interventi così miseri, nella totale assenza di una prospettiva di lungo periodo.
            Circa gli investimenti sulla scuola, l'università e la ricerca, lamenta che non si sia scelto un settore su cui rilanciare il Paese onde diffondere un messaggio di speranza di carattere trasversale. Sottolinea poi che ci sono numerosi profili trascurati dal provvedimento, come il nodo delle pensioni, che invece chiede di affrontare.
            Si sofferma a sua volta sulla situazione dei docenti che svolgono tirocinio formativo attivo nonché sulla sorte degli enti pubblici di ricerca, evidenziando altri nodi aperti a seguito dell'approvazione del decreto-legge n. 101.
            Nel giudicare assai imperfetto il bicameralismo che di fatto si è affermato, osserva che molti emendamenti riguardanti il provvedimento in esame confluiranno nel disegno di legge di stabilità, onde sanare le questioni rimaste irrisolte in questa sede, benché ciò rischi di risultare incomprensibile all'esterno.
Pur apprezzando che le risorse investite siano pari a circa 450 milioni di euro, ricorda infine che i tagli inferti dal precedente Governo sono stati di circa 10 miliardi e dunque ora deve essere rimesso in moto un sistema profondamente devastato.

            Il senatore MARIN (PdL), pur giudicando difficile da accettare un esame preliminare così sommario, come peraltro segnalato dalla relatrice, anche a causa dei tempi ristretti, ritiene positivo l'impianto generale del testo. Segnala tuttavia alcune criticità sulle quali si soffermerà durante l'esame in Assemblea, fra cui in primo luogo l'inadeguatezza della copertura finanziaria, già rilevata dal senatore Mazzoni, che incide nuovamente sugli alcolici e sui derivati dell'alcool deprimendo di fatto i consumi. Nel rilevare come evidentemente l'innalzamento delle tasse provoca una riduzione dei consumi, ritiene che maggiori risorse potevano essere utilizzate per la formazione dei ragazzi puntando però sul merito. In proposito si domanda come possa essere riconosciuto il merito, anche a prescindere dai test di ingresso.
            Nel rilevare con rammarico come il provvedimento non segni un'effettiva inversione di tendenza, giudica comunque accettabili le soluzioni proposte su cui potrà esserci un confronto più approfondito in Assemblea ed esprime soddisfazione per l'ulteriore intervento sull'edilizia scolastica.

            Il presidente MARCUCCI (PD), nell'apprezzare a sua volta le norme sull'edilizia scolastica, si sofferma proprio sull'articolo 10, che da solo a suo giudizio giustificherebbe il voto favorevole al provvedimento, tanto più se letto unitamente alle misure in proposito già previste nel decreto-legge cosiddetto "del fare". Ritiene infatti assai vergognoso che lo Stato imponga ai privati il rispetto delle normative vigenti in materia di edilizia, ma non alle scuole che rappresentano il cuore della formazione dei cittadini.
            Giudica peraltro interessante l'ingegneria finanziaria del provvedimento, condividendo l'opportunità di accedere a fondi consistenti legati a mutui pluriennali. In questo modo, saranno infatti disponibili dai 650 agli 800 milioni per interventi a favore dell'edilizia scolastica, riferiti alla normativa antincendio e antisismica ma anche per palestre e alloggi universitari.
            Sebbene le misure previste non risolvano in via definitiva tutti i problemi del comparto, afferma dunque che esse innescano una spinta tanto virtuosa quanto necessaria.
            Condivide altresì che somme a tal fine stanziate siano in deroga al patto di stabilità. Ritiene infatti che ciò costituisca una conquista, poiché delinea una strategia prioritaria e consente finanziamenti adeguati in un momento così delicato.

            Non essendoci altri iscritti nel dibattito, il PRESIDENTE dichiara conclusa tale fase procedurale, comunicando che nella seduta pomeridiana avranno luogo le repliche della relatrice e del Governo e inizierà l'illustrazione degli emendamenti e degli ordini del giorno presentati.

            Il seguito dell'esame è rinviato.

            La seduta termina alle ore 13.

* * *


 Resoconto sommario n. 48
MARTEDÌ 5 NOVEMBRE 2013
48ª Seduta (pomeridiana)

Presidenza del Presidente
MARCUCCI

            Interviene il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca Galletti.  

            La seduta inizia alle ore 14,40.

IN SEDE REFERENTE
(1150) Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 12 settembre 2013, n. 104, recante misure urgenti in materia di istruzione, università e ricerca, approvato dalla Camera dei deputati
(Seguito e conclusione dell'esame)

Riprende l'esame, sospeso nella seduta antimeridiana di oggi, nel corso della quale - ricorda il PRESIDENTE  - si è concluso il dibattito. Comunica poi che sono stati presentati circa 300 tra emendamenti ed ordini del giorno, pubblicati in allegato al presente resoconto in forma provvisoria, che saranno esaminati successivamente alle repliche della relatrice e del rappresentante del Governo.

            Replica agli intervenuti il sottosegretario GALLETTI che ringrazia la Commissione per la disponibilità manifestata nell'approvazione di un testo in effetti arrivato "blindato" in seconda lettura. Rimarca comunque che alla Camera dei deputati è stato svolto un lavoro approfondito e i circa 370 emendamenti ritenuti ammissibili sono stati esaminati in dettaglio, tanto che il provvedimento risulta radicalmente cambiato rispetto all'impostazione iniziale. Nel pieno rispetto del ruolo del Parlamento, ritiene infatti che le modifiche abbiano migliorato l'articolato anche se, in un contesto di scarsità di risorse, alcuni interventi non sono stati possibili. Resta comunque l'impegno del Governo a sopperire alle lacune, a partire dal disegno di legge  di stabilità.
            In merito alla critica da più parti avanzata circa la mancanza di una funzione strategica sottesa al provvedimento, conferma che esso non aveva l'intenzione di risolvere tutti i problemi della scuola né di riformare completamente i settori di riferimento. Esso si inserisce invece nell'ottica di imprimere una inversione di tendenza a partire dal rifiuto di compiere tagli lineari, puntando invece agli investimenti. Fa presente infatti che i circa 400 milioni di euro del provvedimento servono a dare segnali agli studenti e alle famiglie più in difficoltà per quanto riguarda la lotta alla dispersione scolastica, l'acquisto di libri, le facilitazioni nei trasporti, la disponibilità del wireless nelle scuole.
            Condivide peraltro pienamente le affermazioni del Presidente circa il forte segnale sull'edilizia scolastica, che è una priorità per il Dicastero. In proposito, sottolinea che le risorse complessive stanziate nei diversi provvedimenti del Governo sull'edilizia scolastica ammontano a circa un miliardo e 300 milioni in trent'anni, tenuto conto che le Regioni potranno contrarre mutui trentennali esenti dal patto di stabilità.
            Rileva indi che sono stati affrontati altri problemi centrali, come ad esempio la questione degli inidonei, che potranno permanere nel comparto scolastico almeno fino all'anno 2015-2016. Si tratta dunque di una risposta positiva, benché parziale, analogamente a quanto compiuto circa i bonus maturità.
Risponde poi alla senatrice Puglisi, sottolineando che consentire l'accesso all'università a tutti gli studenti senza uno sbarramento all'ingresso significherebbe immettere circa 68.000 studenti con riferimento alla sola facoltà di medicina, in luogo degli attuali 10.000. Occorrerebbe pertanto che il sistema universitario potesse sopportare tale afflusso, fermo restando però che i posti di lavoro in uscita sono comunque connessi al numero di specialità possibili, pari attualmente a 6.000. Si interroga perciò sull'utilità di immettere un contingente così elevato di studenti senza dar loro una prospettiva, con un evidente sacrificio economico per le famiglie. Assicura comunque che tale tema resta a disposizione di un dibattito più ampio, unitamente ad altre questioni non risolte in maniera definitiva.
Ritiene comunque che il testo impatti sulla scuola in maniera più forte rispetto alla versione originaria, grazie anche al lavoro compiuto in prima lettura. Preannuncia peraltro che, dati i tempi e l'impossibilità di modificare il decreto, non potrà esprimere un giudizio positivo sugli emendamenti, mentre assicura che il Governo valuterà analiticamente tutti gli ordini del giorno, onde assumere impegni veri.

Replica a sua volta la relatrice GIANNINI (SCpI), la quale si unisce al ringraziamento del Sottosegretario rammaricandosi però di non avere la possibilità di soffermarsi sugli aspetti salienti su cui si riserva di intervenire in Assemblea. Manifesta peraltro soddisfazione per l'onestà dimostrata dal Sottosegretario, affermando che il provvedimento non ha un carattere strategico. Riconosce comunque che esso fa compiere un mutamento di rotta, attraverso interventi che definisce microchirurgici, la cui sommatoria ha un impianto complessivo. Invita perciò a giudicare positivo tale segnale con particolare riferimento al welfare studentesco. Quanto all'edilizia scolastica, pur concordando con l'esigenza di rispondere ad una reale emergenza, reputa preferibile l'investimento sul patrimonio intangibile.
Sollecita peraltro a dichiarare onestamente che alcune misure servono a rimediare ad errori precedenti, come ad esempio in relazione al bonus maturità. Sul piano del metodo, preannuncia che, nell'impossibilità di esaminare tutte le proposte emendative presentate, esprimerà un parere contrario, riservandosi di compiere una valutazione più analitica sugli ordini del giorno.

Il PRESIDENTE comunica che, conformemente a quanto prospettato questa mattina, i lavori saranno brevemente sospesi per riprendere poi intorno alle 15,15 e proseguiranno in concomitanza dell'Assemblea fino alle ore 16, salvo poi riprendere nuovamente intorno alle 17,30.

La seduta, sospesa alle ore 15, riprende alle ore 15,25.

Il PRESIDENTE avverte che si procederà all'illustrazione degli ordini del giorno e degli emendamenti presentati, segnalando che il parere della Commissione bilancio sarà reso direttamente per l'Aula.

In sede di articolo 1, poiché nessuno chiede di intervenire nell'illustrazione, la relatrice GIANNINI (SCpI) e il sottosegretario GALLETTI esprimono un invito al ritiro su tutte le proposte emendative, altrimenti il parere è contrario.

Si passa alle votazioni.

Dopo che il PRESIDENTE ha accertato la presenza del numero legale ai sensi dell'articolo 30, comma 2, del Regolamento, e previa sottoscrizione dell'emendamento 1.2 da parte del senatore BOCCHINO (M5S), con distinte votazioni sono respinti tutti gli emendamenti presentati all'articolo 1, ad eccezione  degli emendamenti 1.4, 1.5, 1.8, 1.9 e 1.10 che sono dichiarati decaduti.

In sede di articolo 2, previo parere favorevole della relatrice GIANNINI (SCpI), il sottosegretario GALLETTI accoglie gli ordini del giorno nn. 23, 24 e 25, mentre il n. 26 è accolto come raccomandazione. Ribadisce altresì l'invito a ritirare le proposte emendative, altrimenti il parere è contrario.

Si associa la relatrice GIANNINI (SCpI).

Dopo che  è stato dichiarato decaduto l'emendamento 2.1, i senatori BOCCHINO (M5S) e SERRA (M5S) sottoscrivono il 2.2 che è posto ai voti e respinto dalla Commissione.

In esito a successive votazioni risultano parimenti respinti gli emendamenti da 2.3 al 2.11.

In sede di articolo 3, la relatrice GIANNINI (SCpI) e il sottosegretario GALLETTI esprimono un invito al ritiro su tutte le proposte emendative, altrimenti il parere è contrario.

Con successive e distinte votazioni sono dunque respinti gli emendamenti da 3.1 a 3.7, nonché il 3.8 cui ha aggiunto la propria firma la senatrice SERRA (M5S).

In ordine all'articolo 4, previo parere conforme della relatrice GIANNINI (SCpI) il sottosegretario GALLETTI accoglie l'ordine del giorno n. 27. Circa l'ordine del giorno n. 28 dichiara di accoglierlo come raccomandazione tenuto conto che per intervenire sulla vendita dei prodotti alimentari occorre un provvedimento legislativo di competenza del Parlamento e non del Governo. Per gli stessi motivi accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno n. 29. Il parere è poi contrario sugli emendamenti, fermo restando l'invito al ritiro.

La relatrice GIANNINI (SCpI) si esprime in senso conforme al Sottosegretario.

Posti separatamente ai voti, sono dunque respinti gli emendamenti da 4.1 a  4.4.
Sugli analoghi emendamenti 4.5, 4.6, 4.7 e 4.8 la senatrice MUSSINI (M5S) domanda se le ore di educazione fisica sono aggiuntive rispetto ai quadri orari.

Il sottosegretario GALLETTI fa presente che il condivisibile obiettivo di rendere curriculare l'educazione fisica nelle scuole primarie incontra una difficoltà di ordine economico ed una di carattere normativo, legata all'impostazione generale dell'insegnante unico. Fa presente comunque che esiste già un fondo per l'alfabetizzazione motoria, destinato ad attività sperimentali in collaborazione con il CONI.

Posti ai voti sono dunque respinti gli emendamenti da 4.5 a 4.8.

Sull'ordine dei lavori prende la parola il senatore MARIN (PdL) il quale invita i presentatori a ritirare tutti gli emendamenti, tenuto conto che essi sono stati ripresentati anche in Assemblea.

Il senatore CENTINAIO (LN-Aut) accoglie tale proposta e ritira tutti gli emendamenti a sua firma.

Risultano poi respinti gli emendamenti 4.17 e 4.18.

In sede di articolo 5, previo parere conforme della relatrice GIANNINI (SCpI) il sottosegretario GALLETTI dichiara di non accogliere l'ordine del giorno n. 31 mentre sugli ordini del giorno n. 32, 33, 34 e 35 preannuncia un accoglimento come raccomandazione oppure un accoglimento pieno laddove essi siano riformulati inserendo, nell'impegno al Governo, le parole "valutare l'opportunità di". Accoglie invece l'ordine del giorno n. 36. Ribadisce poi l'invito a ritirare gli emendamenti, altrimenti il parere è contrario.

Si associa la relatrice GIANNINI (SCpI).

La senatrice SERRA (M5S) insiste per la votazione dell'ordine del giorno n. 31 che risulta respinto dalla Commissione.

La senatrice PETRAGLIA (Misto-SEL) accoglie l'invito del Sottosegretario e riformula l'ordine del giorno n. 32 in un testo 2, pubblicato in allegato al presente resoconto. Dichiara poi di ritirare tutte le proposte emendative a sua firma.

Il sottosegretario GALLETTI accoglie dunque l'ordine del giorno n. 32 (testo 2).

La senatrice SERRA (M5S) dichiara a sua volta di ritirare tutte le proposte emendative del suo Gruppo.

La senatrice PUGLISI (PD) fa propri gli ordini del giorno nn. 33, 34 e 35 e li trasforma in altrettanti testi 2, pubblicati in allegato al presente resoconto, che vengono accolti dal sottosegretario GALLETTI come riformulati.

Sono dichiarati decaduti gli emendamenti 5.7, 5.8, 5.11, 5.12, 5.13, 5.25 e 5.0.1, mentre tutti i restanti emendamenti all'articolo 5 risultano ritirati.

La seduta, sospesa alle ore 15,55 riprende alle ore 18,05.

In merito all'articolo 6, il sottosegretario GALLETTI manifesta un orientamento favorevole sull' ordine del giorno n. 37 a condizione che le parole "ad adottare gratuitamente" siano sostituite dalle seguenti "a promuovere l'adozione gratuita", tenuto conto che la competenza sui libri di testo spetta alle scuole.

            La relatrice GIANNINI (SCpI) si esprime in senso conforme al Sottosegretario.

            La senatrice SERRA (M5S) fa proprio l'ordine del giorno n. 37 e lo riformula in un testo 2, nel senso indicato dal Sottosegretario.

            L'ordine del giorno n. 37 (testo 2) è dunque accolto dal sottosegretario GALLETTI.

            Con riferimento all'articolo 7 il sottosegretario GALLETTI accoglie pienamente gli ordini del giorno nn. 38 e 41, mentre come raccomandazione gli ordini del giorno nn. 39 e 40. Anche quanto al n. 42, è disponibile ad accoglierlo come raccomandazione.

            Si associa la relatrice GIANNINI (SCpI) .

            Il senatore BOCCHINO (M5S) domanda chiarimenti sull' ordine del giorno n. 42, premettendo che in ordine alle scuole paritarie il suo Gruppo ha una visione diversa da quella del ministro Maria Chiara Carrozza. Sottolinea comunque che l'atto di indirizzo chiede di assoggettare le scuole paritarie agli stessi obblighi previsti per le scuole pubbliche; invoca pertanto un ripensamento da parte del Sottosegretario onde acconsentire un accoglimento pieno.

            Il sottosegretario GALLETTI chiarisce che, con riferimento al primo impegno, si rischia di gravare eccessivamente sugli Uffici scolastici provinciali, mentre nulla osta ad accogliere il secondo impegno. Propone pertanto di sostituire le parole "a sancire l'obbligo" con le seguenti "a valutare l'opportunità di sancire l'obbligo" nel primo impegno. In questo caso, l'ordine del giorno può essere accolto pienamente.

            Il senatore BOCCHINO (M5S) riformula l'ordine del giorno n. 42 in un testo 2, che risulta dunque accolto dal sottosegretario GALLETTI, il quale accoglie altresì l'ordine del giorno n. 43, riferito all'articolo 10.

            In sede di articolo 11, il sottosegretario GALLETTI manifesta un orientamento contrario sull' ordine del giorno n. 44, mentre accoglie l'ordine del giorno n. 45 a cui aggiungono la propria firma le senatrici DI GIORGI (PD) e PUGLISI (PD).

            La senatrice BIGNAMI (M5S) giudica iniquo che le risorse dell'articolo 11 siano distribuite in base al numero di edifici interessati reputando preferibile far riferimento alle cubature.

            Il sottosegretario GALLETTI puntualizza che il riferimento alle cubature richiederebbe uno sforzo eccessivo per le amministrazioni. Propone pertanto una diversa formulazione dell'ultimo impegno al Governo, nell'ottica di valutare la possibilità di assegnare le predette risorse in base al summenzionato criterio.

            La senatrice BIGNAMI (M5S) riformula conseguentemente l'ordine del giorno n. 44 in un testo 2, che è accolto dal sottosegretario GALLETTI, il quale accoglie altresì l' ordine del giorno n. 46 relativo all'articolo 13.

            In sede di articolo 15, il sottosegretario GALLETTI accoglie l'ordine del giorno n. 47, mentre non accoglie l'ordine del giorno n. 48. Circa l'ordine del giorno n. 49 dichiara di accogliere i primi tre punti mentre manifesta un parere contrario rispetto al punto n. 4. Analogamente, sull'ordine del giorno n. 50 accoglie gli impegni di cui alle lettere a, b e c, esprimendosi invece negativamente su quello di cui alla lettera d. Non accoglie poi gli ordini del giorno nn. 51 e 52, segnalando a tale ultimo riguardo che esso è contrario al testo del decreto. Accoglie invece come raccomandazione l'ordine del giorno n. 53, sottoscritto dalla senatrice PUGLISI (PD).

            La relatrice GIANNINI (SCpI) si esprime in senso conforme al rappresentante del Governo.

            Relativamente all'ordine del giorno n. 48 il senatore BOCCHINO (M5S) ritiene che si tratti di una questione assai spinosa inerente i precari della scuola i quali hanno subito un danno a seguito della cancellazione della possibilità di monetizzare le ferie per il solo anno 2012-2013. Nel ravvisare pertanto una certa confusione normativa, reputa necessario tutelare i diritti acquisiti e dunque insiste per la votazione dell'ordine del giorno.

            Il sottosegretario GALLETTI conferma il proprio orientamento negativo, manifestando con forza la volontà di non creare aspettative che non possono essere rispettate.

            Posto ai voti è dunque respinto l'ordine del giorno n. 48.

            Il senatore BOCCHINO (M5S) interviene poi sull' ordine del giorno n. 49, ringraziando il Sottosegretario per l'accoglimento degli impegni riferiti ai punti nn. 1, 2 e 3. Chiede tuttavia un ripensamento sull'impegno n. 4 che riguarda la riorganizzazione delle classi di concorso per i docenti iscritti nelle graduatorie ad esaurimento.

            Il sottosegretario GALLETTI fa presente che è in corso un approfondimento e che dunque il Dicastero non ha ancora elaborato una linea definita.

            Il senatore BOCCHINO (M5S) riformula comunque sia l'ordine del giorno n. 49 che il n. 50 in un testo 2, che risultano entrambi accolti dal sottosegretario GALLETTI.

            La senatrice BIGNAMI (M5S) insiste per la votazione dell'ordine del giorno n. 51, che posto ai voti è respinto dalla Commissione.

            Con riferimento all'ordine del giorno n. 52 la senatrice BIGNAMI (M5S) denuncia i danni conseguenti all'unificazione delle aree disciplinari di sostegno previste dall'articolo 15, affermando che l'attività formativa del docente specializzato non può prescindere dalle sue competenze e conoscenze di base. Dopo aver richiamato una recente sentenza del Consiglio di Stato che sancisce il diritto all'istruzione del disabile e il diritto di avere insegnanti di sostegno con competenze specifiche, stigmatizza che il testo finirà per attribuire indebiti vantaggi a persone che probabilmente non lo meritano, portando ad un disastro per gli alunni con disabilità e innescando ovvie proteste da parte dei genitori.

            Il sottosegretario GALLETTI ribadisce che il testo è stato su questo punto modificato dalla VII Commissione della Camera dei deputati all'unanimità dei Gruppi con la sola astensione del Movimento 5 stelle. Si dichiara pertanto impossibilitato ad esprimere un orientamento favorevole su una proposta che smentisce quanto invece approvato in prima lettura, manifestando stupore per un ripensamento da parte di un Gruppo nel passaggio tra la prima e la seconda lettura.

            La relatrice GIANNINI (SCpI), al di là delle tensioni che certi delicati argomenti suscitano, riferisce di aver ricevuto numerose segnalazioni da diverse parti, in alcuni casi favorevoli all'area unica. Data l'impossibilità di un approfondimento in questa sede e considerato il valore tutto sommato simbolico dell'atto di indirizzo, invita ad una riformulazione che lasci la possibilità di un ripensamento futuro, onde non marginalizzare il tema.

            Il PRESIDENTE, considerato che tutti gli ordini del giorno e emendamenti sono stati ripresentati in Assemblea, propone di ritirarlo e di rinviare l'approfondimento all'esame dell'Aula anche in vista di una riformulazione che solleciti l'Esecutivo ad adottare un certo tipo di indirizzo senza contraddire la legislazione vigente.

            Dopo un ulteriore intervento della senatrice BIGNAMI (M5S), che propone di mantenere l'area unica solo laddove si è lontani dal raggiungimento degli obiettivi minimi, prende la parola la senatrice PUGLISI (PD) la quale condivide il contenuto dell'ordine del giorno su cui è maturato un dibattito interno al suo Gruppo. Precisa comunque che nelle scuole superiori occorre un supporto distinto per discipline e dunque, tenuto conto della delicatezza dell'argomento, concorda con l'ipotesi di un rinvio onde elaborare una corretta indicazione al Governo.

            Il senatore BOCCHINO (M5S), nel comprendere la posizione del Sottosegretario, rileva criticamente come tale circostanza mostri il limite intrinseco dell'esame in corso. Nega comunque che vi sia alcuna offesa legislativa nel pronunciarsi in senso contrario rispetto a quanto approvato dall'altro ramo del Parlamento, tanto più che il Senato è stato schiacciato nelle sue prerogative. Se invece ci fossero stati i tempi adeguati, il decreto-legge sarebbe senz'altro stato modificato.

            Il senatore MAZZONI (PdL) ritiene a sua volta che non vi sia alcuno sgarbo istituzionale ma possa invece essere segnalata un'esigenza di correzione.

            Il senatore BUEMI (Aut (SVP, UV, PATT, UPT)-PSI-MAIE) invita a tener conto dei tempi di scadenza del decreto.

            Il senatore LIUZZI (PdL), alla luce delle considerazioni avanzate, ravvisa i fondamenti del bicameralismo proprio nell'esigenza di valutazioni diverse. Si associa dunque alla proposta del Presidente di riformulare l'ordine del giorno per l'esame in Assemblea.

            Il senatore MARTINI (PD) invita a circoscrivere l'ambito di discussione, evitando riflessioni sul bicameralismo in generale. Ritiene comunque che l'argomento non sia banale e dunque sollecita un ulteriore approfondimento onde impegnare il Governo senza che ciò contrasti con la legge.

            La relatrice GIANNINI (SCpI) e il senatore MINEO (PD) suggeriscono alcune riformulazioni.

            Il PRESIDENTE tiene a precisare che non si può, attraverso un atto di indirizzo, impegnare il Governo a non applicare una legge dello Stato. Si può invece tutt'al più chiedere all'Esecutivo di compiere gli approfondimenti necessari, nelle more dell'entrata in vigore della nuova normativa, onde verificare se ne occorre una modifica. Nel sollecitare una riflessione politica all'interno dei Gruppi, ribadisce la proposta di rinviare la discussione all'Aula.

            Su richiesta della senatrice BIGNAMI (M5S) l'ordine del giorno n. 52 è accantonato.

            In sede di articolo 16, il sottosegretario GALLETTI accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno n. 58.

            In sede di articolo 17, il sottosegretario GALLETTI accoglie l'ordine del giorno n. 54, cui i senatori MAZZONI (PdL) e DI GIORGI (PD) aggiungono la loro firma.

            Gli emendamenti 17.4 e 17.9 sono dichiarati decaduti per assenza dei proponenti.

            In sede di articolo 19, il sottosegretario GALLETTI accoglie pienamente gli ordini del giorno nn. 55 e 56 e come raccomandazione il n. 57, cui il senatore BUEMI (Aut (SVP, UV, PATT, UPT)-PSI-MAIE) aggiunge la propria firma.

            L'emendamento 19.5 è dichiarato decaduto.

            Passando all'articolo 20, il sottosegretario GALLETTI accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno nn. 67 e 68.

            Con riguardo all'articolo 21, il sottosegretario GALLETTI dichiara di non poter accogliere l'ordine del giorno n. 59, in quanto contrario alle graduatorie nazionali.

            Il senatore BUEMI (Aut (SVP, UV, PATT, UPT)-PSI-MAIE) ritira l'ordine del giorno n. 59.

            Il sottosegretario GALLETTI accoglie invece l'ordine del giorno n. 60, cui aggiungono la propria firma i senatori BUEMI (Aut (SVP, UV, PATT, UPT)-PSI-MAIE) e PUGLISI (PD).

            Gli emendamenti 21.2 e 21.3 sono dichiarati decaduti.

            Passando all'articolo 22, il sottosegretario GALLETTI dichiara di non poter accogliere gli ordini del giorno nn. 61 e 63 che, su richiesta del senatore BOCCHINO (M5S), sono posti ai voti e respinti, previa dichiarazione di voto contraria del senatore MARIN (PdL) con specifico riguardo all'ordine del giorno n. 63.

            Quanto all'ordine del giorno n. 62, il sottosegretario GALLETTI si dichiara disponibile ad accoglierlo qualora sia modificato l'impegno al Governo nel senso di aggiungere le parole "valutare l'opportunità di".

            Il senatore BOCCHINO (M5S) sottolinea la delicatezza dell'argomento, osservando che, per essere veramente indipendente, la nomina dei componenti del Consiglio direttivo dell'ANVUR dovrebbe essere fatta direttamente dal comitato di selezione, anziché dal Ministro nell'ambito di un elenco compilato da quest'ultimo.

            Il presidente MARCUCCI (PD) sottolinea come le modalità di nomina dei  componenti del Consiglio direttivo siano fissate dalla legge e non possano essere modificate con un ordine del giorno.

            Si associa il sottosegretario GALLETTI il quale conferma la disponibilità ad accogliere l'ordine del giorno solo se riformulato.

            Il senatore BOCCHINO (M5S) accede alla richiesta del Sottosegretario e riformula l'ordine del giorno n. 62 in un testo 2, che viene accolto dal Governo.

            In sede di articolo 23, il sottosegretario GALLETTI si dichiara disponibile ad accogliere l'ordine del giorno n. 64 se il primo impegno al Governo fosse riformulato in senso di inserire le parole "valutare l'opportunità di".

            Il senatore BOCCHINO (M5S) lamenta che il decreto ministeriale n. 713 del 2013 non abbia previsto, a differenza di quello del 2012, una clausola di salvaguardia per impedire che alcune università, pur virtuose ai sensi del decreto legislativo n. 49 del 2012, subiscano comunque una riduzione di punti organico e si collochino al di sotto del 20 per cento del turn over. Auspica perciò un'azione correttiva che eviti una distribuzione iniqua dei punti organico, penalizzante per talune università virtuose. Del resto, ricorda, anche il ministro Carrozza si è più volte dichiarata favorevole ad una revisione in questo senso. Invita perciò il Governo ad accogliere pienamente l'ordine del giorno proposto.

            La relatrice GIANNINI (SCpI) conferma che il ministro Carrozza ha più volte dichiarato la propria apertura alla revisione delle modalità di distribuzione dei punti organico. Invita tuttavia il presentatore ad accogliere la riformulazione suggerita dal Governo, onde evitare una bocciatura dell'ordine del giorno, che invece potrebbe mantenere viva l'attenzione sul tema.

            Il senatore BOCCHINO (M5S) accoglie conclusivamente la proposta del Governo e presenta l'ordine del giorno n. 64 (testo 2), che viene accolto dal sottosegretario GALLETTI, il quale accoglie altresì l'ordine del giorno n. 65. Non accoglie invece l'ordine del giorno n. 66.

            Il senatore BOCCHINO (M5S), ricordando di aver presentato un emendamento  nel medesimo senso al disegno di legge di stabilità, preferisce ritirare l'ordine del giorno n. 66.

            In sede di articolo 24, il sottosegretario GALLETTI accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno n. 69 e, passando all'articolo 26, accoglie l'ordine del giorno n. 70, cui aggiunge la propria firma il senatore BUEMI (Aut (SVP, UV, PATT, UPT)-PSI-MAIE).

            Con riferimento all'articolo 27, il sottosegretario GALLETTI accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno n. 71.

            Passando agli ordini del giorno di carattere generale, il sottosegretario GALLETTI accoglie i nn. 1, 3, 7, 13, 14, 16, 17, 18 (sottoscritto dalla senatrice PUGLISI (PD)), 20 e 21 (sottoscritto anche dal senatore BUEMI (Aut (SVP, UV, PATT, UPT)-PSI-MAIE)). Accoglie invece come raccomandazione gli ordini del giorno nn. 4 (sottoscritto dalla senatrice PUGLISI (PD)), 10, 12 (a cui aggiungono la propria firma i senatori PUGLISI (PD) e BUEMI (Aut (SVP, UV, PATT, UPT)-PSI-MAIE)), 15, 19, 22 (sottoscritto dai senatori PUGLISI (PD) e BUEMI (Aut (SVP, UV, PATT, UPT)-PSI-MAIE)) e 30 (a cui aggiunge la propria firma il senatore LIUZZI (PdL)).
            Non accoglie invece l'ordine del giorno n. 8 che risulta ritirato dalla senatrice PETRAGLIA (Misto-SEL).
            Il sottosegretario Galletti chiede poi ai presentatori degli emendamenti nn. 2, 6 e 9 di modificare le rispettive proposte aggiungendo agli impegni del Governo le parole "valutare l'opportunità di". Quanto all'ordine del giorno n. 5, invita a sopprimere le parole "del provvedimento in oggetto" e, quanto all'ordine del giorno n. 11 invita a sopprimere il secondo impegno al Governo.

            La senatrice BIGNAMI (M5S) accoglie la proposta di Governo e presenta l'ordine del giorno n. 2 (testo 2), che è accolto dal Governo.

            La senatrice PUGLISI (PD) sottoscrive gli ordini del giorno nn. 5 e 6 e li riformula in un testo 2. Riformula altresì in un testo 2 l'ordine del giorno n. 11. Tutti e tre gli ordini del giorno sono accolti dal Governo come riformulati.

            Anche la senatrice PETRAGLIA (Misto-SEL) accoglie la proposta del Governo e riformula l'ordine del giorno n. 9 in un testo 2, che è accolto dal Governo.

            Quanto all'ordine del giorno n. 52, precedentemente accantonato, la senatrice BIGNAMI (M5S) dichiara di ritirarlo onde acconsentire un approfondimento in vista dell'esame in Assemblea.

            Il senatore MARTINI (PD) comunica infine di non aver fatto in tempo a presentare un ordine del giorno sugli istituti musicali pareggiati, che impegni il Governo a distribuire sollecitamente le risorse stanziate dal provvedimento, onde corrispondere alle pressanti difficoltà economiche di detti enti. Chiede quindi alla relatrice Giannini la disponibilità a presentarlo in Assemblea.

            La relatrice GIANNINI (SCpI) fornisce assicurazioni in tal senso.
         
            Concluso l'esame degli ordini del giorno e degli emendamenti, la Commissione conferisce infine mandato alla relatrice Giannini a riferire favorevolmente in Aula sul provvedimento in titolo, nel testo approvato dalla Camera dei deputati autorizzandola a richiedere di svolgere la relazione orale e a recepire gli eventuali pareri espressi dalla Commissione bilancio ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.



SCONVOCAZIONE DELLA SEDUTA DI DOMANI

      Il PRESIDENTE comunica che la seduta, già convocata per domani, mercoledì 6 novembre, alle ore 9, non avrà luogo.

            Prende atto la Commissione.

            La seduta termina alle ore 19,20.

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