domenica 8 settembre 2013

Il docente e lo Tsunami, ovvero come ammalarsi a sua insaputa

di Mila Spicola
da l’Unità


Io la pioggia me l’aspettavo, anzi, credo che oltre me l’abbia invocata un intero collegio docenti, convocato per TRE ore (ma ce ne aspettano altre cinque più test finale) per un corso sulla sicurezza nel posto di lavoro. Non è il primo che faccio, ma l’assoluta preponderanza dell’argomento “prevenzione degli incendi” …su tutti gli altri rischi possibili, tralasciando quelli ovvii e connessi strettamente alla nostra condizione di docenti in un paese che sta riducendo la scuola ad una farsa, a un morto che cammina, mi lascia sempre esterrefatta
Ogni anno tutti noi docenti, in genere in questo periodo, prima che inizino le lezione, siamo sottoposti a un corso obbligatorio di 8 ore sulla sicurezza e la tutela della salute nel posto di lavoro ai sensi del Testo Unico 81.
Sicurezza de chè e tutela de che? Se poi tutti i rischi sono volutamente e palesemente presenti poiché si ignorano le normative?
Legge antincendio. Una delle norme riguarda la fuga e lo sfollamento in caso di pericolo: massimo 24 minori più un adulto in una classe, 20, nel caso di presenza di disabile, come numero massimo per permetterne lo sfollamento dalla porta in caso di incendio o terremoto o crollo o altro evento. Come potete immaginare i casi di cui sopra non sono rari.
Normativa igienico ambientale. Si fissa allo stesso numero di alunni, 24, la presenza in un’aula, per scongiurare il rischio di insalubrità dell’aria o il contagio da malattie stagionali e non.
Tali rischi, con le connesse normative, sono volutamente ignorati, se proprio ne vogliamo parlare, in una misura da barzelletta, per cui il numero degli alunni va ben oltre quello prescritto dalle norme di sicurezza, le classi con 30/32 alunni sono numerosissime, specialmente nelle scuole superiori, e si ricorda il caso dei 52 allievi di una classe in provincia di Ragusa lo scorso anno.
Attenzione: stiamo parlando di normativa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, quella stessa che manda in galera un capocantiere per sei mesi oppure gli fa pagare 5 mila euro di multa se manca un solo certificato medico di un operaio. Da noi, il nostro capocantiere, il dirigente, apre le braccia e risponde “e io che posso farci? È tutta colpa dell’ufficio scolastico regionale!” E il direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale: “”E io che posso farci? Se Roma non mi assegna un numero adeguato di docenti per creare classi con meno alunni?” E il ministro “Sono sconcertata, il nostro primo pensiero è la Sicurezza nelle Scuole, la nostra prima emergenza”. Frena.
Torniamo a noi: le classi illegali, cioè con un numero maggiore a 24 alunni, sono la stragrande maggioranza.
Ma il corso a cui veniamo sottoposti non è solo sulla Sicurezza, ma anche e soprattutto sulla tutela della Salute dei lavoratori. Obbligatorio ai sensi del Testo Unico 81, da fare ogni anno, in tutte le scuole e per tutti i docenti. Ovviamente la scuola sostiene delle spese per condurlo.
Ma quali sono i rischi per la salute per il lavoratore docente? Alcuni sono acclarati e se ne può parlare: danni alle corde vocali ad esempio.  Altri, ben più diffusi, sono nebulosi, nascosti e se ne può solo sussurrare. Stress e tumori. Ossignore, non sia mai parlarne. I docenti non ne parlano per mille sfumature di grigio terrore. I dirigenti idem, per mille sfumature di grigio di responsabilità, i sindacati non ne parlano per mille sfumature di grigio di battaglie difficilissime da portarsi avanti. L’opinione pubblica, non sia mai, “pensa all’operaio” e dunque stiamo tutti zitti zitti zitti. Così zitti che nemmeno nel corso sulla sicurezza e la tutela della salute dei lavoratori di 8 ore che ogni anno ciascuna scuola organizza per i suoi lavoratori, invitando “l’esperto” , nemmeno lì si parla dei rischi reali della salute del lavoratore scolastico.
Ogni volta che si arrivava vicini all’argomento “stress” o altro che davvero che riguardi la salute e la sua tutela, il formatore puntualmente diceva ‘ma questo è un’ argomento troppo vasto…’, oppure, ‘vedremo in seguito se parlare anche di questo…’. E così ci siamo sorbiti una caterva di articoli di legge che definivano situazioni di rischio, soprattutto d’incendio, beninteso (!), relative ad ambienti, persone e situazioni, ma non ho sentito UNA parola sulle malattie che questo lavoro provoca, sui rischi che quotidianamente affronta chi ci lavora, sui danni permanenti dell’esposizione a soglie di rumore da officina meccanica per ore di seguito ogni mattina. Così, dopo che abbiamo anche riso perchè proponevamo di prepararci anche ad eventi poco meno probabili ma, perchè no, sempre accadibili, come ad esempio l’invasione di alieni o l’arrivo di uno tsunami a Milano, raggiungo il formatore (che alla pausa era sparito) e gli comunico che:
-in ben 28 anni non ho MAI assistito a un benché minimo focolaio di incendio e mi pare improbabile l’arrivo di uno Tsunami a Milano, ma, voglio dire, tutto può accadere; -in compenso ricordo topi che attraversavano l’aula e una lezione con gli ombrelli perché i simpatici roditori ci rovesciavano escrementi da un controsoffitto a listoni, loro abitazione da mesi; -che il mio timpano sinistro è praticamente azzerato perché sottoposto al continuo martellamento di urla e rumori di anni e anni, cosa che l’otorino mi ha confermato essere ‘malattia professionale’ e mi ha detto di rassegnarmi perché il problema si estenderà presto anche all’altro timpano ( e ho specificato che per me, che sono musicista, violinista, il danno è gravissimo, e che l’orecchio sinistro è quello più vicino al violino..però non mi viene riconosciuta come malattia professionale); -che lo stress è stato causa, oltre che a me personalmente, anche per numerosi colleghi, di assenze e malattie varie, che ogni medico ci ha confermato essere ‘tipiche’ dei docenti; – che sono stata aggredita diverse volte fisicamente, da alunni disabili e non, e che tanti ne ho dovuto letteralmente separare nelle risse, perchè la situazione degenerava pericolosamente e non era presente, tantomeno intervenuto, neanche fatto chiamare con urgenza dagli alunni o per cellulare (chiamando dalla scuola stessa!) nessun adulto ad aiutarmi; -che sono stata più volte aggredita verbalmente, nonchè minacciata (ma in due occasioni ho temuto che si passasse alle mani) da genitori convocati per ‘dialogare e collaborare nell’interesse dei loro figli’; -che più volte sono dovuta intervenire a sedare una classe dove una collega, in preda ad esaurimento, insultava i ragazzi, con il risultato unico di incitarli ancora di più al linciaggio morale;
-che….
Mi fermo qui, è meglio, come al solito mi porto il lavoro a casa e mi pagano troppo poco per rovinarmi il resto della giornata e il fegato residuo. Continuiamo pure a parlare di aria fritta e ad andare avanti con tutte le difficoltà che solo chi sta nella scuola da anni ben conosce…che dirvi… buon anno a tutti!!!
Il 75% delle malattie da lavoro dopo venti anni di insegnamento sono malattie psichiatriche diagnosticate: dalla depressione a disturbi più gravi; l’incidenza di tumori al seno – l’87% dei docenti italiani è donna – è del triplo rispetto ad ogni altra categoria di lavoratori, dati indagine Vittorio Lodolo D’Oria sulle malattie professionali dei docenti. Ogni genere di malattia stagionale o esantematica – morbillo, varicella,.. –  viene automaticamente trasmessa ai docenti, ma non costituiscono malattie professionali. La mia varicella del 2010, successiva al morbillo del 2008 – ma non mi erano venute già ste malattie da piccola, mamma? – ha lasciato lo strascico di una complicazione polmonare cronica che si è trasformata in polmonite nel 2011. “Professoressa, ma lo Stato mica lo può certificare che lei se l’è prese a scuola..”  Il focolaio sta là, nel mio polmone e penso sì, all’ operaio, anzi, dico di più, al minatore, perchè nel frattempo, la luce continua dei neon, messi in alto, messi male, spesso intermittenti, sta causando fastidi alla vista. Ma guai a dirlo. A questi si aggiungono: disturbi del sonno, malattie cardiache, malattie dell’udito e della vista. Tutte da sovra logoramento fisico e mentale. Ma tutto questo Alice non lo sa, e continua a guardare i gatti mentre i gatti guardano la luna….ed io non ci sto piùùùù…
Nessuna opera di prevenzione e informazione massiccia sui docenti per auto tutelarsi ad oggi si compie per evitare o prevenire l’incidenza di tali malattie, l’unica opera massiccia è sto corso obbligatorio, tutti gli anni, per 8 ore, in cui si parla di elmetti, scarponcini e incendi. Quasi tutti i docenti italiani si ammalano a scuola a loro insaputa poiché nulla si può dire circa e a nessuno, nemmeno nel corso sulla tutela della salute. Quando poi accade che rientri in quei casi con malattie conclamate: psichiatrica o tumore, non paga nessuno, nessun datore di lavoro verrà perseguito per la tua malattia, come accade in ogni categoria di lavotori in Italia, pagherai tu, docente, non solo con la salute, ma anche realmente, perchè vieni retrocessa nel ruolo e nello stipendio. Con una pratica burocratica semplice, passi da docente a “inidonea”. Ssssshhh..ma silenzio. Non lamentatevi. Direi di più: chi se ne lamenta è additato quasi come un traditore della fortuna immensa che gli è capitata.
Nessuno osa dire che l’ insegnamento è stato definito su scala mondiale come uno dei lavori maggiormente usuranti. Non osano i dirigenti e non osano i docenti stessi. Devono solo dire grazie. In Italia poi è svolto in condizioni che altro che le catene delle fabbriche. Là almeno le cuffie per proteggersi dal rumore sono obbligatorie. E le tute per il caldo o il freddo. E gli elmetti e gli scarponcini appunto.  L’aumento dell’età pensionabile è stato approvato senza effettuare l’obbligatoria indagine nazionale sullo stato di salute della categoria – sempre ai sensi del solito TU 81 – .  Eppure basterebbe poco. Che quel formatore, che già sta là a parlare, parlasse anche di questo. Che il dirigente, effettuasse i controlli obbligatori e annuali in modo vero e adeguato per valutare lo stato di benessere ambientale dell’edificio. Serenamente, rispettando le leggi. Che i ministri si decidessero a osservare il rapporto di alunni/classe. Si tratta proprio dell’abc prescritto dal Testo 81, nulla di più.
Provate a non osservare una delle tutele per la salute nelle altre categorie e negli altri lavoratori. Una a caso: provate a far piantare un fiore a un lavoratore precario degli ex PIP del Comune di Palermo. Ma siete matti? Non ci son tutele per la salute previste per piantar fiori nel su contratto. E se si infetta con la radice di un geranio alieno? Un’altra: provate a spegnere l’aria condizionata a luglio negli uffici dirigenziali regionali siciliani: rimangono tutti a casa fino a quando non verranno rimessi in funzione. Un’altra: provate a fare una causa per una lesione subita in un cantiere da un lavoratore per disattenzione della normativa. Persino se quel lavoratore non si è messo l’elmetto per sua scelta, il capo cantiere se ne va in galera. Insomma, non chiedo l’aria condizionata, ma l’abc prescritto dalla legge sì.
Poi ci sarebbero le misure meno semplici, ma quelle le sogniamo. All’estero dopo 20 anni in aula inizia il progressivo passaggio ad altro incarico, dalla docenza al middle management scolastico, non solo per avanzamento di carriera, ma per tutela obbligatoria della salute.  Ecco la risposta al nostro stranirci durante le gite scolastiche nel vedere scolaresche straniere con docenti ragazzini. Dopo una certa età le ore di lezione frontale diminuiscono progressivamente, rispetto ad altre cariche e funzioni, non  meno importanti e vitali, ma con carico di stress fisico diverso. Va da sè che le scuole son meglio organizzate anche per questo. La gestione delle attività  scolastiche-didattiche, con team di docenti addetti e progressivamente formati a farlo, è la norma; non è un tappamento di buco, come da noi, tra un consiglio e un altro, o nelle ore libere, ma un mestiere. 
Ovviamente c’è già il ditino pronto del “ecchedduaepalle!basta con questo vittimismo, di che vi lamentate, avete un sacco di privilegi, otto mesi di vacanze, lavorate solo 18 ore, pensate all’operaio”. Ecchilo là, benvenuto. Prego, si accomodi, la stavamo aspettando. Si metta però vicino l’uscita, hai visto mai arriva lo Tsunami… se siam così fortunati magari il primo che travolge è lei.
Premessa: un docente è un dottore, non un operaio (per quel che attiene il mediocre confronto sul piano collettivo e sociale), giusto per dare un significato al valore dello studio. Non me ne abbia l’operaio, gode del mio profondo rispetto, ma se volevo fare l’operaia mi fermavo alla licenza media. Quanto al solito valore tempo/lavoro, ho dato 350 euro giusto ieri al dentista (un’ora di lavoro) e lo scorso anno circa 2mila euro al notaio per una firma, mentre, con le mie tasse, rintracciabili e mai evase, tengo in piedi l’Italia e pago anche stipendi e pensioni mensili, con relative supertutele della salute e bonus e assenze dal lavoro oltre alle vacanze, oltre i diecimila euro mensili (sono più trecentomila strafortunati) sui quali in pochi fanno il pelo. Ma faremo un capitolo a parte sul rapporto rendimento/lavoro/tempo/qualifica in Italia. Un capitolo? Forse qualche volume.
Argomento. Come l’operaio, ma anche come il dottore, il notaio, il dirigente, l’usciere, capo cantiere, amministratore delegato d’azienda… è obbligo e responsabilità   del datore di lavoro (in questo caso dal dirigente scolastico al ministro), ai sensi del testo unico 81 sulla tutela della sicurezza e della salute di TUTTI i lavoratori, occuparsi della tutela della salute delle persone a lui sottoposte per prevenirne i rischi individuando in modo chiaro malattie professionali, informandone il lavoratore e mettendo in atto i procedimenti per prevenirle. Nel caso di inosservanza delle leggi di tutela in Italia il datore di lavoro va incontro a procedimenti penali che prevedono il carcere o l’ammenda penale.
Questo vale in TUTTI gli ambiti del pubblico e del privato. Tranne la scuola. Ad oggi nessun datore di lavoro scolastico, dirigente scolastico, dirigente regionale, ministro, è stato sanzionato o condannato per aver  causato danni gravi alla salute dei lavoratori della scuola avendo disatteso in modo massiccio e conclamato  la legge sulla tutela della salute dei suoi lavoratori. Fosse solo per l’articolo che prevede un’informazione completa e capillare dei rischi diretti e reali per la salute. Al netto del corso di cui sopra sulla cautela in caso di Tsunami. Aggiungo e va detto: col silenzio complice o inconsapevole degli stessi lavoratori di categoria.
“Noi docenti non siamo considerati lavoratori, in quanto non siamo iscritti all’ INAIL, quindi se cadiamo per le scale o ci rovina in testa una lavagna NON E’ UN INFORTUNIO SUL LAVORO e non siamo coperti da assicurazione alcuna. Il relatore del corso sulla sicurezza e la tutela della salute, al quale segnalai questa condizione, mi guardò stupefatto e continuò imperterrito spiegandomi che in caso di terremoto debbo mettermi sotto la cattedra, beninteso dopo aver salvato il registro….” (cito la collega Renata Romagnoli)
Sintesi. Mi raccomando, poi facciamo le crociate sulla Legge Uguale per tutti e la Giustizia Giusta. “Giusto” per dare un significato al valore delle leggi. 

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.