da l’Unità
Io la pioggia me
l’aspettavo, anzi, credo che oltre me l’abbia invocata un
intero collegio docenti, convocato per TRE ore (ma ce ne
aspettano altre cinque più test finale) per un corso sulla
sicurezza nel posto di lavoro. Non è il primo che faccio, ma
l’assoluta preponderanza dell’argomento “prevenzione degli
incendi” …su tutti gli altri rischi possibili, tralasciando
quelli ovvii e connessi strettamente alla nostra condizione
di docenti in un paese che sta riducendo la scuola ad una
farsa, a un morto che cammina, mi lascia sempre esterrefatta
Ogni anno tutti noi docenti, in genere in questo
periodo, prima che inizino le lezione, siamo sottoposti a
un corso obbligatorio di 8 ore sulla sicurezza e la tutela
della salute nel posto di lavoro ai sensi del Testo Unico
81.
Sicurezza de chè e tutela de che? Se
poi tutti i rischi sono volutamente e palesemente presenti
poiché si ignorano le normative?
Legge antincendio. Una delle norme
riguarda la fuga e lo sfollamento in caso di pericolo:
massimo 24 minori più un adulto in una classe, 20, nel caso
di presenza di disabile, come numero massimo per permetterne
lo sfollamento dalla porta in caso di incendio o terremoto o
crollo o altro evento. Come potete immaginare i casi di cui
sopra non sono rari.
Normativa igienico ambientale. Si
fissa allo stesso numero di alunni, 24, la presenza in
un’aula, per scongiurare il rischio di insalubrità dell’aria
o il contagio da malattie stagionali e non.
Tali rischi, con le connesse normative, sono
volutamente ignorati, se proprio ne vogliamo parlare, in
una misura da barzelletta, per cui il numero degli alunni
va ben oltre quello prescritto dalle norme di sicurezza,
le classi con 30/32 alunni sono numerosissime,
specialmente nelle scuole superiori, e si ricorda il caso
dei 52 allievi di una classe in provincia di Ragusa lo
scorso anno.
Attenzione: stiamo parlando di normativa sulla
sicurezza nei luoghi di lavoro, quella stessa che manda in
galera un capocantiere per sei mesi oppure gli fa pagare 5
mila euro di multa se manca un solo certificato medico di
un operaio. Da noi, il nostro capocantiere, il dirigente,
apre le braccia e risponde “e io che posso farci? È tutta
colpa dell’ufficio scolastico regionale!” E il direttore
dell’Ufficio Scolastico Regionale: “”E io che posso farci?
Se Roma non mi assegna un numero adeguato di docenti per
creare classi con meno alunni?” E il ministro “Sono
sconcertata, il nostro primo pensiero è la Sicurezza nelle
Scuole, la nostra prima emergenza”. Frena.
Torniamo a noi: le classi illegali, cioè con un
numero maggiore a 24 alunni, sono la stragrande
maggioranza.
Ma il corso a cui veniamo sottoposti non è solo
sulla Sicurezza, ma anche e soprattutto sulla tutela della
Salute dei lavoratori. Obbligatorio ai sensi del Testo
Unico 81, da fare ogni anno, in tutte le scuole e per
tutti i docenti. Ovviamente la scuola sostiene delle spese
per condurlo.
Ma quali sono i rischi per la salute per il
lavoratore docente? Alcuni sono acclarati e se ne può
parlare: danni alle corde vocali ad esempio. Altri, ben
più diffusi, sono nebulosi, nascosti e se ne può solo
sussurrare. Stress e tumori. Ossignore, non sia mai
parlarne. I docenti non ne parlano per mille sfumature di
grigio terrore. I dirigenti idem, per mille sfumature di
grigio di responsabilità, i sindacati non ne parlano per
mille sfumature di grigio di battaglie difficilissime da
portarsi avanti. L’opinione pubblica, non sia mai, “pensa
all’operaio” e dunque stiamo tutti zitti zitti zitti. Così
zitti che nemmeno nel corso sulla sicurezza e la tutela
della salute dei lavoratori di 8 ore che ogni anno
ciascuna scuola organizza per i suoi lavoratori, invitando
“l’esperto” , nemmeno lì si parla dei rischi reali della
salute del lavoratore scolastico.
Ogni volta che si arrivava vicini
all’argomento “stress” o altro che davvero che riguardi la
salute e la sua tutela, il formatore puntualmente diceva ‘ma
questo è un’ argomento troppo vasto…’, oppure, ‘vedremo in
seguito se parlare anche di questo…’. E così ci siamo
sorbiti una caterva di articoli di legge che definivano
situazioni di rischio, soprattutto d’incendio, beninteso
(!), relative ad ambienti, persone e situazioni, ma non ho
sentito UNA parola sulle malattie che questo lavoro provoca,
sui rischi che quotidianamente affronta chi ci lavora, sui
danni permanenti dell’esposizione a soglie di rumore da
officina meccanica per ore di seguito ogni mattina. Così,
dopo che abbiamo anche riso perchè proponevamo di prepararci
anche ad eventi poco meno probabili ma, perchè no, sempre
accadibili, come ad esempio l’invasione di alieni o l’arrivo
di uno tsunami a Milano, raggiungo il formatore (che alla
pausa era sparito) e gli comunico che:
-in ben 28 anni non ho MAI assistito
a un benché minimo focolaio di incendio e mi pare
improbabile l’arrivo di uno Tsunami a Milano, ma, voglio
dire, tutto può accadere; -in compenso ricordo topi che
attraversavano l’aula e una lezione con gli ombrelli perché
i simpatici roditori ci rovesciavano escrementi da un
controsoffitto a listoni, loro abitazione da mesi; -che il
mio timpano sinistro è praticamente azzerato perché
sottoposto al continuo martellamento di urla e rumori di
anni e anni, cosa che l’otorino mi ha confermato essere
‘malattia professionale’ e mi ha detto di rassegnarmi perché
il problema si estenderà presto anche all’altro timpano ( e
ho specificato che per me, che sono musicista, violinista,
il danno è gravissimo, e che l’orecchio sinistro è quello
più vicino al violino..però non mi viene riconosciuta come
malattia professionale); -che lo stress è stato causa, oltre
che a me personalmente, anche per numerosi colleghi, di
assenze e malattie varie, che ogni medico ci ha confermato
essere ‘tipiche’ dei docenti; – che sono stata aggredita
diverse volte fisicamente, da alunni disabili e non, e che
tanti ne ho dovuto letteralmente separare nelle risse,
perchè la situazione degenerava pericolosamente e non era
presente, tantomeno intervenuto, neanche fatto chiamare con
urgenza dagli alunni o per cellulare (chiamando dalla scuola
stessa!) nessun adulto ad aiutarmi; -che sono stata più
volte aggredita verbalmente, nonchè minacciata (ma in due
occasioni ho temuto che si passasse alle mani) da genitori
convocati per ‘dialogare e collaborare nell’interesse dei
loro figli’; -che più volte sono dovuta intervenire a sedare
una classe dove una collega, in preda ad esaurimento,
insultava i ragazzi, con il risultato unico di incitarli
ancora di più al linciaggio morale;
-che….
Mi fermo qui, è meglio, come al
solito mi porto il lavoro a casa e mi pagano troppo poco per
rovinarmi il resto della giornata e il fegato residuo.
Continuiamo pure a parlare di aria fritta e ad andare avanti
con tutte le difficoltà che solo chi sta nella scuola da
anni ben conosce…che dirvi… buon anno a tutti!!!
Il 75% delle malattie da lavoro dopo venti anni di
insegnamento sono malattie psichiatriche diagnosticate:
dalla depressione a disturbi più gravi; l’incidenza di
tumori al seno – l’87% dei docenti italiani è donna – è
del triplo rispetto ad ogni altra categoria di lavoratori,
dati indagine Vittorio Lodolo D’Oria sulle malattie
professionali dei docenti. Ogni genere di malattia
stagionale o esantematica – morbillo, varicella,.. –
viene automaticamente trasmessa ai docenti, ma non
costituiscono malattie professionali. La mia varicella del
2010, successiva al morbillo del 2008 – ma non mi erano
venute già ste malattie da piccola, mamma? – ha lasciato
lo strascico di una complicazione polmonare cronica che si
è trasformata in polmonite nel 2011. “Professoressa, ma lo
Stato mica lo può certificare che lei se l’è prese a
scuola..” Il focolaio sta là, nel mio polmone e penso sì,
all’ operaio, anzi, dico di più, al minatore, perchè nel
frattempo, la luce continua dei neon, messi in alto, messi
male, spesso intermittenti, sta causando fastidi alla
vista. Ma guai a dirlo. A questi si aggiungono: disturbi
del sonno, malattie cardiache, malattie dell’udito e della
vista. Tutte da sovra logoramento fisico e mentale. Ma
tutto questo Alice non lo sa, e continua a guardare i
gatti mentre i gatti guardano la luna….ed io non ci sto
piùùùù…
Nessuna opera di prevenzione e informazione
massiccia sui docenti per auto tutelarsi ad oggi si compie
per evitare o prevenire l’incidenza di tali malattie,
l’unica opera massiccia è sto corso obbligatorio, tutti
gli anni, per 8 ore, in cui si parla di elmetti,
scarponcini e incendi. Quasi tutti i docenti italiani si
ammalano a scuola a loro insaputa poiché nulla si può dire
circa e a nessuno, nemmeno nel corso sulla tutela della
salute. Quando poi accade che rientri in quei casi con
malattie conclamate: psichiatrica o tumore, non paga
nessuno, nessun datore di lavoro verrà perseguito per la
tua malattia, come accade in ogni categoria di lavotori in
Italia, pagherai tu, docente, non solo con la salute, ma
anche realmente, perchè vieni retrocessa nel ruolo e nello
stipendio. Con una pratica burocratica semplice, passi da
docente a “inidonea”. Ssssshhh..ma silenzio. Non
lamentatevi. Direi di più: chi se ne lamenta è additato
quasi come un traditore della fortuna immensa che gli è
capitata.
Nessuno osa dire che l’ insegnamento è stato
definito su scala mondiale come uno dei lavori
maggiormente usuranti. Non osano i dirigenti e non osano i
docenti stessi. Devono solo dire grazie. In Italia poi è
svolto in condizioni che altro che le catene delle
fabbriche. Là almeno le cuffie per proteggersi dal rumore
sono obbligatorie. E le tute per il caldo o il freddo. E
gli elmetti e gli scarponcini appunto. L’aumento dell’età
pensionabile è stato approvato senza effettuare
l’obbligatoria indagine nazionale sullo stato di salute
della categoria – sempre ai sensi del solito TU 81 – .
Eppure basterebbe poco. Che quel formatore, che già sta
là a parlare, parlasse anche di questo. Che il dirigente,
effettuasse i controlli obbligatori e annuali in modo vero
e adeguato per valutare lo stato di benessere ambientale
dell’edificio. Serenamente, rispettando le leggi. Che i
ministri si decidessero a osservare il rapporto di
alunni/classe. Si tratta proprio dell’abc prescritto dal
Testo 81, nulla di più.
Provate a non osservare una delle tutele per la
salute nelle altre categorie e negli altri lavoratori. Una
a caso: provate a far piantare un fiore a un lavoratore
precario degli ex PIP del Comune di Palermo. Ma siete
matti? Non ci son tutele per la salute previste per
piantar fiori nel su contratto. E se si infetta con la
radice di un geranio alieno? Un’altra: provate a spegnere
l’aria condizionata a luglio negli uffici dirigenziali
regionali siciliani: rimangono tutti a casa fino a quando
non verranno rimessi in funzione. Un’altra: provate a fare
una causa per una lesione subita in un cantiere da un
lavoratore per disattenzione della normativa. Persino se
quel lavoratore non si è messo l’elmetto per sua scelta,
il capo cantiere se ne va in galera. Insomma, non chiedo
l’aria condizionata, ma l’abc prescritto dalla legge sì.
Poi ci sarebbero le misure meno semplici, ma quelle
le sogniamo. All’estero dopo 20 anni in aula inizia il
progressivo passaggio ad altro incarico, dalla docenza al
middle management scolastico, non solo per avanzamento di
carriera, ma per tutela obbligatoria della salute. Ecco
la risposta al nostro stranirci durante le gite
scolastiche nel vedere scolaresche straniere con docenti
ragazzini. Dopo una certa età le ore di lezione frontale
diminuiscono progressivamente, rispetto ad altre cariche e
funzioni, non meno importanti e vitali, ma con carico di
stress fisico diverso. Va da sè che le scuole son meglio
organizzate anche per questo. La gestione delle attività
scolastiche-didattiche, con team di docenti addetti e
progressivamente formati a farlo, è la norma; non è un
tappamento di buco, come da noi, tra un consiglio e un
altro, o nelle ore libere, ma un mestiere.
Ovviamente c’è già il ditino pronto del
“ecchedduaepalle!basta con questo vittimismo, di che vi
lamentate, avete un sacco di privilegi, otto mesi di
vacanze, lavorate solo 18 ore, pensate all’operaio”.
Ecchilo là, benvenuto. Prego, si accomodi, la stavamo
aspettando. Si metta però vicino l’uscita, hai visto mai
arriva lo Tsunami… se siam così fortunati magari il primo
che travolge è lei.
Premessa: un docente è un dottore, non un operaio
(per quel che attiene il mediocre confronto sul piano
collettivo e sociale), giusto per dare un significato al
valore dello studio. Non me ne abbia l’operaio, gode del
mio profondo rispetto, ma se volevo fare l’operaia mi
fermavo alla licenza media. Quanto al solito valore
tempo/lavoro, ho dato 350 euro giusto ieri al dentista
(un’ora di lavoro) e lo scorso anno circa 2mila euro al
notaio per una firma, mentre, con le mie tasse,
rintracciabili e mai evase, tengo in piedi l’Italia e pago
anche stipendi e pensioni mensili, con relative
supertutele della salute e bonus e assenze dal lavoro
oltre alle vacanze, oltre i diecimila euro mensili (sono
più trecentomila strafortunati) sui quali in pochi fanno
il pelo. Ma faremo un capitolo a parte sul rapporto
rendimento/lavoro/tempo/qualifica in Italia. Un capitolo?
Forse qualche volume.
Argomento. Come l’operaio, ma anche come il dottore,
il notaio, il dirigente, l’usciere, capo cantiere,
amministratore delegato d’azienda… è obbligo e
responsabilità del datore di lavoro (in questo caso dal
dirigente scolastico al ministro), ai sensi del testo
unico 81 sulla tutela della sicurezza e della salute di
TUTTI i lavoratori, occuparsi della tutela della salute
delle persone a lui sottoposte per prevenirne i rischi
individuando in modo chiaro malattie professionali,
informandone il lavoratore e mettendo in atto i
procedimenti per prevenirle. Nel caso di inosservanza
delle leggi di tutela in Italia il datore di lavoro va
incontro a procedimenti penali che prevedono il carcere o
l’ammenda penale.
Questo
vale in TUTTI gli ambiti del pubblico e del privato.
Tranne la scuola. Ad oggi nessun datore di lavoro
scolastico, dirigente scolastico, dirigente regionale,
ministro, è stato sanzionato o condannato per aver
causato danni gravi alla salute dei lavoratori della
scuola avendo
disatteso in modo massiccio e conclamato la legge sulla
tutela della salute dei suoi lavoratori. Fosse solo per
l’articolo che prevede un’informazione completa e
capillare dei rischi diretti e reali per la salute. Al
netto del corso di cui sopra sulla cautela in caso di
Tsunami. Aggiungo e va detto: col silenzio complice o
inconsapevole degli stessi lavoratori di categoria.
“Noi docenti non siamo considerati
lavoratori, in quanto non siamo iscritti all’ INAIL, quindi
se cadiamo per le scale o ci rovina in testa una lavagna NON
E’ UN INFORTUNIO SUL LAVORO e non siamo coperti da
assicurazione alcuna. Il relatore del corso sulla sicurezza
e la tutela della salute, al quale segnalai questa
condizione, mi guardò stupefatto e continuò imperterrito
spiegandomi che in caso di terremoto debbo mettermi sotto la
cattedra, beninteso dopo aver salvato il registro….” (cito la collega Renata
Romagnoli)
Sintesi. Mi raccomando, poi facciamo le crociate
sulla Legge Uguale per tutti e la Giustizia Giusta.
“Giusto” per dare un significato al valore delle leggi.
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