mercoledì 7 agosto 2013

Quota 96

Forse in arrivo al prossimo consiglio dei ministri l'articolo della bozza di decreto legge sul pubblico impiego del ministro D'Alia.
Il verbale della seduta.
La nota dell’on. Ghizzoni

Il decreto dovrebbe, obbligatorio il condizionale, prevedere che il personale della scuola potrà andare in pensione dal 1° Settembre con le quote, requisiti anagrafici e contributivi, ante riforma Fornero purchè essi siano stati maturati entro il 31 agosto 2012, che sono poi quegli stessi che il Comitato “Quota 96” invoca dal novembre 2011, quando si insediò il governo Monti e la ministra al Lavoro diede vita alla sua penalizzante legge. La platea interessata a questo decreto si attesta attorno a circa 6000 persone, dopo un precedente calcolo di 3500 che poi l’Inps portò a 9000. La Commissione Bilancio intanto, secondo quanto scrive l’on Manuela Ghizzoni nel suo Blog, finalmente ha dato il suo parere, dopo l’Ok unanime dato, sia dalla Commissione Lavoro e sia dalla Commissione cultura, cosicchè tutto il pacchetto che si riferisce a questo specifico personale della scuola, “Quota 96”, dovrebbe passare in mano al Consiglio dei ministri per accelerare i tempi e fare in modo che già dal primo settembre i lavoratori interessati possano lasciare il posto ad altrettanti docenti precari in attesa di sistemazione. E siccome sul tavolo dei ministri approderà il cosiddetto decreto D’Alia sul pubblico impiego, le attese, e con qualche punta lieve di ottimismo, sono quelle che anche l’articolo che riguarda i “Quota 96” possa esservi inserito. Ma in modo particolare, come si è espressa la commissione Bilancio? L’on Ghizzoni nella sua nota, oltre a criticare aspramente il lavoro lento e “poco professionale” dei funzionari della Ragioneria dello Stato per la relazione tecnica (“un ritardo ingiustificato e molto grave, perché – al di là dei merito del contenuto – rappresenta un ostacolo alla assunzione delle decisioni politiche”), dice che “la Commissione ha convenuto di inviare una lettera alla Commissione Lavoro”, dove si inviterà “la Commissione a “valutare la possibilità di limitare la platea a coloro i quali maturano i requisiti entro il 31 agosto e di mantenere invariata la data di erogazione del trattamento di fine servizio prevista sotto la vigenza della riforma Fornero”. Anche il presidente Boccia, sulla stessa lunghezza d’onda, che però ha aggiunto, scrive l’on Ghizzoni, “che la Commissione Bilancio potrebbe indicare coperture alternative e ha sollecitato il Governo ad assumere – dati i tempi ridotti – la soluzione del problema”. Tuttavia Ghizzoni tiene pure a precisare che la sua legge “tiene conto della specificità della scuola e della sua unica finestra di uscita, ma non dimentica l’art. 59, che ho richiamato anche in commissione, nonostante la norma sui soprannumerari, che ho definito un pericoloso precedente proprio per i motivi di cui sopra (e costituisce un precedente anche sul trattamento di fine servizio). Sui tempi: è necessario un decreto d’urgenza del governo, perché il 1 settembre è vicino. Al netto di quanto sopra, stiamo lavorando anche in queste ore per raggiungere questo obiettivo”. Se dunque non prendiamo lucciole per lanterne, l’intenzione è proprio quella di affidare al governo la soluzione del caso e per tramite di un decreto di urgenza, il decreto D’Alia appunto, in approdo al prossimo consiglio dei ministri nei prossimi giorni e certamente prima della vacanze dei parlamentari.
Pasquale Almirante
Tecnica Della Scuola

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Camera dei Deputati
Commissione Bilancio, tesoro e programmazione (V)
COMUNICATO


Martedì 6 agosto 2013. — Presidenza del presidente Francesco BOCCIA. – Interviene il viceministro per l'economia e le finanze Stefano Fassina.
  La seduta comincia alle 14.45.
Modifica all'articolo 24 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, in materia di requisiti di accesso al trattamento pensionistico per il personale della scuola.
Testo unificato C. 249 e abb.

(Parere alla XI Commissione).
(Seguito dell'esame e rinvio).
  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato, da ultimo, nella seduta del 5 agosto 2013.
   Barbara SALTAMARTINIrelatore, fa presente che è pervenuta la relazione tecnica richiesta dalla Commissione nella seduta del 26 luglio scorso, predisposta dall'INPS e negativamente verificata dalla Ragioneria generale dello Stato. Rileva che, in particolare, nella predetta relazione tecnica si evidenzia, conformemente alle richieste della Commissione, come il numero dei possibili beneficiari del provvedimento sarebbe rispettivamente pari a 5.670, relativamente al periodo di maturazione dei requisiti dal 1o gennaio al 31 agosto 2012, e pari a 3.330, per il periodo dal 1o settembre al 31 dicembre 2012, per un totale di 9.000 soggetti. Con riferimento alle maggiori spese, evidenzia che esse ammonterebbero, sommando quelle relative alla previdenza e quelle relative alla corresponsione del trattamento di fine servizio, per le prime 5.670 unità, a 49,13 milioni per l'anno 2013, 148,78 per il 2014, 523,69 per il 2015, 101,83 nel 2016 e a 70,88 per il 2017. Per la seconda categoria di soggetti esse ammonterebbero a 28,85 milioni nel 2013, 87,38 nel 2014, 307,57 nel 2015, 59,81 nel 2016 e 41,63 nel 2017. Rileva che, a partire dal 2018, l'effetto sarebbe invece positivo per il prevalere della minore spesa per l'erogazione dei trattamenti di fine servizio. Fa presente che, a prescindere dal fatto che la nota della Ragioneria generale non tiene conto della scomposizione dell'onere tra le due richiamate categorie di soggetti, riportando solo le somme tra i maggiori oneri indicati, essa rileva che la copertura finanziaria individuata risulterebbe «ampiamente insufficiente rispetto agli oneri complessivamente recati dal provvedimento». Osserva inoltre che, poiché riguardo alla copertura finanziaria la Ragioneria generale dello Stato ha espresso comunque un parere contrario, la Commissione di merito dovrà inoltre valutare l'individuazione di una nuova modalità di copertura degli oneri derivanti dal provvedimento, secondo la quantificazione prospettata. Al riguardo, ritiene che, tenendo conto dei dati disaggregati forniti dall'INPS, al fine di un significativo contenimento degli oneri, la Commissione potrebbe valutare la possibilità di limitare l'applicazione delle nuove disposizioni ai soli soggetti appartenenti alla prima categoria di soggetti, cioè quelli che maturerebbero il diritto tra il 1o gennaio e il 31 agosto 2012, e di mantenere invariata la data dell'erogazione del trattamento di fine servizio prevista sotto la vigenza della riforma «Fornero», poiché, come si evince dai dati forniti dall'INPS, buona parte dei maggiori oneri deriverebbe proprio dall'anticipazione del trattamento di fine servizio in ragione dell'anticipazione del pensionamento. Evidenzia infine che, ove la Commissione accedesse a tale possibilità, i maggiori oneri per la sola spesa pensionistica ammonterebbero a: 49,13 milioni per il 2013, 148,78 per il 2014, 142,76 per il 2015, 133,16 per il 2016, 116.59 per il 2017 e a 12,93 milioni per il 2018. Propone, pertanto, prendendo comunque atto della nota della Ragioneria generale dello Stato, di procedere all'invio alla Commissione di merito di una lettera, al fine di rappresentare quanto emerso dalla relazione tecnica predisposta dall'INPS.
  Francesco BOCCIApresidente, rileva come la scomposizione dell'aggregato di spesa, nel senso richiesto dalla Commissione, consentirà l'individuazione di una diversa copertura finanziaria, rispetto a quella indicata nel testo originario del provvedimento, sulla quale si appuntano i rilievi negativi espressi dalla Ragioneria generale dello Stato. Rileva, pertanto, che andrebbe effettuata una scelta di natura politica in merito all'individuazione di coperture finanziarie alternative, allo scopo di rimediare ad un vero e proprio errore contenuto nella riforma Fornero concernente la riforma dei requisiti d'accesso al sistema previdenziale. Auspica, infine, che il Governo adotti iniziative normative in tal senso.
  Manuela GHIZZONI (PD) ringrazia il Presidente Boccia per aver evidenziato come nella «legge Fornero» sia stato commesso un errore concernente la riforma dei requisiti d'accesso al sistema previdenziale che penalizza il personale della scuola e che sta dando luogo ad un notevole contenzioso innanzi ai giudici del lavoro. Sottolinea, in particolare, come tale errore sia rappresentato dalla previsione di un'unica finestra di uscita fissata per il solo personale della scuola al 1osettembre 2013, pur in presenza dell'articolo 59 della legge n. 449 del 1997, che, invece, dispone che i requisiti per l'accesso al sistema pensionistico debbano essere conseguiti entro il 31 dicembre di ciascun anno.
  Ricorda, infine, come, già prima dell'entrata in vigore della riforma, la propensione al pensionamento del personale docente della scuola fosse significativamente più bassa che nel resto del pubblico impiego e come, recentemente, la riforma stessa abbia sensibilmente accentuato tale caratteristica.
  Il viceministro Stefano FASSINA, nel condividere le osservazioni della deputata Ghizzoni in ordine alla necessità di adottare correttivi alla riforma Fornero, in ragione delle specificità evidenziate, ricorda tuttavia come il Governo, compatibilmente ai vincoli di finanza pubblica, sta svolgendo una complessiva riflessione sulle criticità della riforma, partendo dalla necessità di garantire una soluzione per quei soggetti che sono rimasti senza stipendio e senza pensione, i cosiddetti esodati.
  Barbara SALTAMARTINI (PdL)relatore, concorda con le osservazioni del presidente Boccia e dell'onorevole Ghizzoni, sottolineando l'esigenza di rimediare rapidamente ad un errore della riforma Fornero, auspicalmente nell'ambito della prossima legge di stabilità.
  Francesco BOCCIApresidente, nel segnalare che invierà una lettera al presidente della XI Commissione per informarlo circa gli esiti del dibattito svoltosi, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame del provvedimento in oggetto ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.05.

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La nota di Manuela Ghizzoni:
agosto 6th, 2013 at 5:13 pm

Si è conclusa poco fa la commissione Bilancio. La relatrice ha esposto i contenuti della relazione tecnica, sui quali tornerò a breve.
Prima, mi preme stigmatizzare (per limitare il linguaggio) il fatto che la Commissione Bilancio ha dovuto attendere a lungo una relazione tecnica da parte della Ragioneria dello Stato che però era già pronta, dato che – di fatto – essa è una mera elaborazione dei dati inviati dall’INPS il 20 giugno scorso al Ministero del Lavoro. Un ritardo pertanto ingiustificato e molto grave, perché – al di là dei merito del contenuto – rappresenta un ostacolo alla assunzione delle decisioni politiche. Mi auguro che il Governo voglia prendere adeguate iniziative in merito (dato che l’avvicendamento a capo della Ragioneria dello Stato non sta dando i risultati attesi) poiché la politica non può farsi imporre tempi e scelte dall’apparato tecnico. La Ragioneria dello Stato ha assunto i dati dell’INPS e li valuta negativamente (e fin qui non ci meravigliamo) poiché a fronte di una platea di 9000 beneficiari la copertura risulterebbe insufficiente. Ovvio! Il testo base votato dalla Commissione Lavoro ha previsto 6000 beneficiari, tenendo conto della “bassa propensione al pensionamento” che il MIUR stima al 30% (che è un dato di fatto, che ho ricordato anche nel mio breve intervento). Inoltre, la Ragioneria ha conteggiato anche l’anticipo degli oneri derivanti dalla corresponsione del trattamento di fine servizio. La nota della Ragioneria contiene poi previsioni della platea tenendo come termine di maturazione dei requisiti il 31 agosto.
La relatrice ha convenuto, con la Commissione, di inviare una lettera alla Commissione Lavoro per “rappresentare quanto emerso dalla relazione tecnica”. In questa lettera si inviterà la Commissione a “valutare la possibilità di limitare la platea a coloro i quali maturano i requisiti entro il 31 agosto e di mantenere invariata la data di erogazione del trattamento di fine servizio prevista sotto la vigenza della riforma Fornero”.
Il Presidente Boccia ha aggiunto che la Commissione Bilancio potrebbe indicare coperture alternative e ha sollecitato il Governo ad assumere – dati i tempi ridotti – la soluzione del problema.
Questo, un sintetico resoconto.
Due valutazioni: la mia legge tiene conto della specificità della scuola e della sua unica finestra di uscita, ma non dimentica l’art. 59, che ho richiamato anche in commissione, nonostante la norma sui soprannumerari, che ho definito un pericoloso precedente proprio per i motivi di cui sopra (e costituisce un precedente anche sul trattamento di fine servizio). Sui tempi: è necessario un decreto d’urgenza del governo, perché il 1 settembre è vicino. Al netto di quanto sopra, stiamo lavorando anche in queste ore per raggiungere questo obiettivo.

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