Il Conbs ha inviato la lettera che segue alla Ministra dell'Istruzione e per conoscenza ai parlamentari: Puglisi (PD) e Melilla (Sel) -primi firmatari di disegni di legge a favore degli inidonei- e Catalfo e Vacca (M5S) -primi firmatari rispettivamente di una interrogazione al Senato e di una risoluzione alla Camera dei Deputati.
Egregia
Signora Ministra,
abbiamo
ascoltato con vivo interesse le Sue parole davanti alle
Commissioni riunite di
Camera e Senato, in particolar modo quando ha citato una
possibile revisione
delle norme che riguardano il passaggio dei docenti
inidonei nei ruoli ATA.
Le
abbiamo già scritto precedentemente, ma ora vogliamo
puntualizzare le problematiche
e le possibili soluzioni.
Innanzitutto
suggeriamo di riflettere sulle conseguenze del transito
verso le segreterie di
quei docenti inidonei che non hanno alcuna esperienza
amministrativa alle
spalle, in quanto tale operazione si tramuterebbe
immediatamente in un flop
economico-finanziario per lo Stato ed in una tragedia
(percepibile!) per un
alto numero dei mobilitati: molte delle patologie di cui
sono portatori non
consentirebbe di sostenere il repentino ed abissale
cambiamento a persone
mediamente oltre i 50 anni. Assenze per malattia,
sostituzioni e prevedibili
contenziosi sono anche questi un "costo"
da prevedere e quantificare.
Pertanto
evidenziamo i seguenti punti, dopo attenta valutazione
dell'età anagrafica e
contributiva e dei lavori svolti dalle varie sotto-categorie
di docenti
inidonei.
1)
Il D.M. 79/2011 e il CCNI 2008 prevedevano la dispensa (cioè prepensionamento con i
contributi maturati) su
richiesta degli interessati, in quanto soggetti a "mobilità"
professionale e giuridica: per i più anziani e malati il
prepensionamento
sembrerebbe comportare "pareggio di spesa"
in quanto la pensione è più bassa dello stipendio e le
regole recentissime
l'hanno abbassata ulteriormente.
2)
Si dovrebbe necessariamente prevedere per il "diritto alla
pensione"
(come per altri settori con esubero) il riconoscimento delle
precedenti norme (età
+ anzianità) per
chi ne maturi il diritto entro il 2014.
Noi
"fuori ruolo" siamo in aggiunta all'organico e possiamo
essere
considerati eccedentari. [Non dà "pareggio formale di
spesa", ma se
soppesiamo gli inevitabili disservizi
del settore ricevente è evidente la convenienza economica
indiretta].
3)
La L. 111/2011 prevedeva la mobilità verso altri settori
della P.A. Riteniamo
si possa sfruttare la mobilità
volontaria di chi ha competenze documentabili, titoli
culturali e di
servizio interessanti e condizioni di salute accettabili per
gli enti
riceventi. [Non ci sembra ci sia un “aggravio di spesa” anzi
è un principio
cardine del nuovo corso]
4)
Sfoltito il numero dei docenti inidonei con le precedenti
operazioni, sarebbe
sostenibile il mantenimento dei circa 2000 residuali, nei
posti e con la
qualifica attualmente ricoperti, operando su monitoraggio,
razionalizzazione ed
uniformità del settore. [Pur non garantendo "parità di
spesa" c'è
però garanzia di un più efficiente utilizzo e la
conservazione del servizio per
gli utenti].
Si
consideri infatti che il numero degli utilizzati sta calando
notevolmente a
causa dei numerosi rientri in classe (pressoché obbligati
seppur da malati!) e
dei numerosi pensionamenti per malattia intervenuti negli
ultimi 2 anni.
A
proposito della razionalizzazione dell’utilizzo in altri
compiti, il Conbs ha
da tempo elaborato una proposta di
revisione. Essa va letta soprattutto come uno
spunto di riflessione.
Abbiamo indicato il lavoro "prevalente in biblioteca"
valutando che
tale specializzazione sia sostenibile e soprattutto
proiettata verso la scuola
futura. Ma niente impedisce al legislatore
-qualora la specificità biblioteca sia considerata
insostenibile come
spesa- di prevedere
altre opzioni più
ibride. La proposta poggia infatti sulla utilità e
trasparenza nel creare
mansioni standard ed uguali per tutti gli utilizzati a
livello nazionale e su
una più equa
ripartizione fra
scuole. Rimane però ferma l'esigenza di conservare mansioni
affini all'area
docente, di supporto
alla didattica [che coinvolgano la collaborazione col
Dirigente scolastico e con il
Collegio Docenti].
Poiché
queste nostre proposte non restituiscono un "pareggio di
bilancio"
accertato, è consigliabile tenere nella giusta
considerazione precedenti
proposte avanzate da alcune Organizzazioni Sindacali per sostenere il costo del mantenimento in
servizio nei posti
attualmente occupati e con lo
stesso stato giuridico:
- utilizzare
le economie del FIS degli anni 2011, 2012, 2013
- dirottare
una percentuale delle risorse riservate alle "Funzioni
strumentali",
visto che la nostra "utilizzazione in altri compiti" rientra
sempre e
comunque nei principi che fanno nascere le f.s.
- affidare
la revisione dei conti a personale della scuola in esubero
(Ds, Dsga e
docenti di materie economiche e giuridiche)
- cancellare
i progetti nazionali ancora gestiti dal Miur ma non
indispensabili.
A
questi vogliamo aggiungere altri spunti su sprechi da noi
individuati:
- recupero
di somme indebitamente stanziate, come quelle spese
per le 19 "Pillole
del sapere": riteniamo che il MIUR debba svolgere una azione
ispettiva
interna che accerti ulteriori sprechi di questo tipo
- controlli
e risparmi mirati sulle scuole italiane all'estero i
cui bilanci rapportati
alle unità di personale sono
considerevoli
- controlli
sull'effettiva necessità e frequenza dei tanti corsi di
aggiornamento,
autorizzandoli solo se si raggiunge un congruo
numero di partecipanti
- riduzione
di stampa e diffusione di materiali cartacei
(presentazione di progetti,
opuscoli, pubblicità varie) che in alta percentuale
diventano …un problema di
smaltimento senza utilizzo, per l‘Amministrazione e per la
comunità: ricorrere
principalmente alla pubblicazione on line
- assegnazione
al personale in servizio nelle scuole di incombenze ora
esternalizzate
- open source:
verifichiamo che
certi programmi "commerciali", oltre a non valere il prezzo,
instaurano una "dipendenza" verso il fornitore, dovuta
all'invadenza
gestionale: si tratta infatti di "pacchetti" che forniscono
anche il
non richiesto e che inibiscono spesso l'emancipazione da
tali programmi e la
compatibilità con altri.
Quando
l'open source si affermasse effettivamente "per
legge" e nei corsi di
aggiornamento, si supererebbe anche la prevenzione e la
resistenza degli
addetti ai lavori.
- utenze
elettriche, telefoniche, ecc. : insistiamo sulla
necessità di rivedere
l'attuale gestione delle utenze, innanzitutto elettriche.
Le
scuole infatti non "partecipano" finanziariamente ai propri
consumi
in quanto chi paga è un altro ente (per la scuola
dell'obbligo è il Comune, per
le superiori è la Provincia, finché esiste...) per questo si
nota spesso una
certa "deresponsabilizzazione". Si tollera così che i
collaboratori
scolastici (bidelli) tengano accese per tutto l'orario di
lavoro (a prescindere
dalle lezioni o dal proprio lavoro di pulizia e riordino)
TUTTE le luci, anche
nei numerosissimi giorni ed ore di non-lezione: almeno 120
gg. in cui si vuol
forse trasmettere un'immagine di operatività.
Non
sempre vengono abbandonate le
vecchie
lampadine ad incandescenza.
La
"disattenzione" riguarda anche altri consumi:
climatizzazione con
porte lasciate distrattamente aperte; aspiratori dell'aria
forzata, accesi 24
ore per 7 gg. (lo spegnimento automatico comporta
manutenzione, che deve pagare
la scuola).
Sarebbero
da unificare anche i contratti per la gestione delle
connessioni internet,
mediante aste centralizzate e togliendo discrezionalità
periferica.
(Sono
solo esempi...)
Confidiamo che voglia tener conto di queste nostre osservazione per una soluzione non frettolosa del problema e soddisfacente per ambedue le parti.
I docenti
utilizzati in altri compiti aderenti al
Coordinamento
Nazionale Bibliotecari Scolastici
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