domenica 9 giugno 2013

Lettera inviata alla Ministra Carrozza

 Il Conbs ha inviato la lettera che segue alla Ministra dell'Istruzione e per conoscenza ai parlamentari: Puglisi (PD) e Melilla (Sel) -primi firmatari di disegni di legge a favore degli inidonei- e Catalfo e Vacca (M5S) -primi firmatari rispettivamente di  una interrogazione al Senato e di una risoluzione alla Camera dei Deputati.


Egregia Signora Ministra,

abbiamo ascoltato con vivo interesse le Sue parole davanti alle Commissioni riunite di Camera e Senato, in particolar modo quando ha citato una possibile revisione delle norme che riguardano il passaggio dei docenti inidonei nei ruoli ATA.

Le abbiamo già scritto precedentemente, ma ora vogliamo puntualizzare le problematiche e le possibili soluzioni.
Innanzitutto suggeriamo di riflettere sulle conseguenze del transito verso le segreterie di quei docenti inidonei che non hanno alcuna esperienza amministrativa alle spalle, in quanto tale operazione si tramuterebbe immediatamente in un flop economico-finanziario per lo Stato ed in una tragedia (percepibile!) per un alto numero dei mobilitati: molte delle patologie di cui sono portatori non consentirebbe di sostenere il repentino ed abissale cambiamento a persone mediamente oltre i 50 anni. Assenze per malattia, sostituzioni e prevedibili contenziosi sono anche questi un "costo" da prevedere e quantificare.
Pertanto evidenziamo i seguenti punti, dopo attenta valutazione dell'età anagrafica e contributiva e dei lavori svolti dalle varie sotto-categorie di docenti inidonei.

1) Il D.M. 79/2011 e il CCNI 2008 prevedevano la dispensa (cioè prepensionamento con i contributi maturati) su richiesta degli interessati, in quanto soggetti a "mobilità" professionale e giuridica: per i più anziani e malati il prepensionamento sembrerebbe comportare "pareggio di spesa" in quanto la pensione è più bassa dello stipendio e le regole recentissime l'hanno abbassata ulteriormente.
2) Si dovrebbe necessariamente prevedere per il "diritto alla pensione" (come per altri settori con esubero) il riconoscimento delle precedenti norme (età + anzianità) per chi ne maturi il diritto entro il 2014.
Noi "fuori ruolo" siamo in aggiunta all'organico e possiamo essere considerati eccedentari. [Non dà "pareggio formale di spesa", ma se soppesiamo gli inevitabili disservizi del settore ricevente è evidente la convenienza economica indiretta].
3) La L. 111/2011 prevedeva la mobilità verso altri settori della P.A. Riteniamo si possa sfruttare la mobilità volontaria di chi ha competenze documentabili, titoli culturali e di servizio interessanti e condizioni di salute accettabili per gli enti riceventi. [Non ci sembra ci sia un “aggravio di spesa” anzi è un principio cardine del nuovo corso]
4) Sfoltito il numero dei docenti inidonei con le precedenti operazioni, sarebbe sostenibile il mantenimento dei circa 2000 residuali, nei posti e con la qualifica attualmente ricoperti, operando su monitoraggio, razionalizzazione ed uniformità del settore. [Pur non garantendo "parità di spesa" c'è però garanzia di un più efficiente utilizzo e la conservazione del servizio per gli utenti].
Si consideri infatti che il numero degli utilizzati sta calando notevolmente a causa dei numerosi rientri in classe (pressoché obbligati seppur da malati!) e dei numerosi pensionamenti per malattia intervenuti negli ultimi 2 anni.
A proposito della razionalizzazione dell’utilizzo in altri compiti, il Conbs ha da tempo elaborato una proposta di revisione. Essa va letta soprattutto come uno spunto di riflessione. Abbiamo indicato il lavoro "prevalente in biblioteca" valutando che tale specializzazione sia sostenibile e soprattutto proiettata verso la scuola futura. Ma niente impedisce al legislatore  -qualora la specificità biblioteca sia considerata insostenibile come spesa-  di prevedere altre opzioni più ibride. La proposta poggia infatti sulla utilità e trasparenza nel creare mansioni standard ed uguali per tutti gli utilizzati a livello nazionale e su una più equa ripartizione fra scuole. Rimane però ferma l'esigenza di conservare mansioni affini all'area docente, di supporto alla didattica [che coinvolgano la collaborazione col Dirigente scolastico e con il Collegio Docenti].

Poiché queste nostre proposte non restituiscono un "pareggio di bilancio" accertato, è consigliabile tenere nella giusta considerazione precedenti proposte avanzate da alcune Organizzazioni Sindacali per sostenere il costo del mantenimento in servizio nei posti attualmente occupati e con lo stesso stato giuridico:

- utilizzare le economie del FIS degli anni 2011, 2012, 2013
- dirottare una percentuale delle risorse riservate alle "Funzioni strumentali", visto che la nostra "utilizzazione in altri compiti" rientra sempre e comunque nei principi che fanno nascere le f.s.
- affidare la revisione dei conti a personale della scuola in esubero (Ds, Dsga e docenti di materie economiche e giuridiche)
- cancellare i progetti nazionali ancora gestiti dal Miur ma non indispensabili.

A questi vogliamo aggiungere altri spunti su sprechi da noi individuati:

- recupero di somme indebitamente stanziate, come quelle spese per le 19 "Pillole del sapere": riteniamo che il MIUR debba svolgere una azione ispettiva interna che accerti ulteriori sprechi di questo tipo
- controlli e risparmi mirati sulle scuole italiane all'estero i cui bilanci  rapportati alle unità di personale sono considerevoli
- controlli sull'effettiva necessità e frequenza dei tanti corsi di aggiornamento, autorizzandoli solo se si raggiunge un congruo numero di partecipanti
- riduzione di stampa e diffusione di materiali cartacei (presentazione di progetti, opuscoli, pubblicità varie) che in alta percentuale diventano …un problema di smaltimento senza utilizzo, per l‘Amministrazione e per la comunità: ricorrere principalmente alla pubblicazione on line
- assegnazione al personale in servizio nelle scuole di incombenze ora esternalizzate
- open source: verifichiamo che certi programmi "commerciali", oltre a non valere il prezzo, instaurano una "dipendenza" verso il fornitore, dovuta all'invadenza gestionale: si tratta infatti di "pacchetti" che forniscono anche il non richiesto e che inibiscono spesso l'emancipazione da tali programmi e la compatibilità con altri.
Quando l'open source si affermasse effettivamente "per legge" e nei corsi di aggiornamento, si supererebbe anche la prevenzione e la resistenza degli addetti ai lavori.
- utenze elettriche, telefoniche, ecc. : insistiamo sulla necessità di rivedere l'attuale gestione delle utenze, innanzitutto elettriche.
Le scuole infatti non "partecipano" finanziariamente ai propri consumi in quanto chi paga è un altro ente (per la scuola dell'obbligo è il Comune, per le superiori è la Provincia, finché esiste...) per questo si nota spesso una certa "deresponsabilizzazione". Si tollera così che i collaboratori scolastici (bidelli) tengano accese per tutto l'orario di lavoro (a prescindere dalle lezioni o dal proprio lavoro di pulizia e riordino) TUTTE le luci, anche nei numerosissimi giorni ed ore di non-lezione: almeno 120 gg. in cui si vuol forse trasmettere un'immagine di operatività.
Non sempre vengono abbandonate  le vecchie lampadine ad incandescenza.
La "disattenzione" riguarda anche altri consumi: climatizzazione con porte lasciate distrattamente aperte; aspiratori dell'aria forzata, accesi 24 ore per 7 gg. (lo spegnimento automatico comporta manutenzione, che deve pagare la scuola).
Sarebbero da unificare anche i contratti per la gestione delle connessioni internet, mediante aste centralizzate e togliendo discrezionalità periferica.
(Sono solo esempi...)

Confidiamo che voglia tener conto di queste nostre osservazione per una soluzione non frettolosa del problema e soddisfacente per ambedue le parti.

I docenti utilizzati in altri compiti aderenti al
Coordinamento Nazionale Bibliotecari Scolastici


9 Giugno 2013


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