mercoledì 20 marzo 2013

Recupero trattenuta del 2,50% a favore dei lavoratori pubblici in TFR

La FLC CGIL ha deciso di avviare una vertenza a livello nazionale a tutela dei lavoratori pubblici di Scuola, Università, Ricerca e Afam in regime di Trattamento di Fine Rapporto (TFR), che subiscono una illegittima trattenuta del 2,50% dello stipendio senza avere gli stessi vantaggi sulla liquidazione previsti per chi è in regime di Trattamento di Fine Servizio (TFS).


Infatti per questa ultima tipologia di lavoratori la trattenuta è rimasta sullo stipendio ed è finalizzata all'opera previdenziale quindi ai fini della buonuscita o TFS.
Mentre per i lavoratori assunti dopo il 31.12.2000 si tratta di una indebita decurtazione sullo stipendio che, allo stato attuale, colpisce solo i lavoratori pubblici assunti in regime di TFR (sia a tempo indeterminato che determinato) e coloro che pur assunti in precedenza hanno optato per il TFR avendo aderito alla previdenza complementare. Infatti questa trattenuta non confluisce nel TFR, creando disparità di trattamento tra lavoratori del pubblico impiego e lavoratori del privato che pur essendo in regime di TFR non hanno alcuna trattenuta.
Per questi motivi la FLC CGIL invita i lavoratori e le lavoratrici a inviare la diffida al proprio ente di appartenenza.
A questo fine vi inviamo una scheda con le istruzioni operative, una nota di approfondimento e i modelli di diffida predisposti dall’Ufficio Legale nazionale.
Per ogni ulteriore esigenza di informazione o chiarimento i nostri iscritti potranno fissare un appuntamento a partire dal A PARTIRE DAL 9 APRILE prossimo contattando il nostro centralino allo 051/6087585.

Allegato: 


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   RACCOMANDATA AR




                                              
Al Dirigente di ________________  
                        (Scuola)
                                                                  Via____________________
                                                                  Cap _______ città ________

                                                                  Spett.le
                                                                 Mef – Direzione Territoriale
                                                                  Via___________________
                                                                  Cap ______ città _______

                                                                 

                                                                 

Oggetto: invito e diffida ad adempiere.

ATTO DI MESSA IN  MORA E DIFFIDA

Il sottoscritto __________________________, dipendente presso ___________________, con contratto di lavoro a tempo determinato/indeterminato con decorrenza dal _____________  si trova nell'ambito del regime di TFR
PREMESSO CHE

·                     L’Amministrazione di appartenenza ha illegittimamente trattenuto la quota di 2,5% sull’80% della retribuzione percepita, assumendo una condotta che si pone in palese contrasto con la disciplina del trattamento di fine rapporto così come prevista dall’art. 2120 c.c. nonché con i principi sanciti dal nostro ordinamento costituzionale;

·                     Il TFR consiste, in effetti, in un accantonamento annuo di quote di retribuzione percepite dal lavoratore nella misura del 6,91% della retribuzione annua a totale carico del datore di lavoro;

·                     L’Amministrazione, contrariamente, ha operato e sta tuttora eseguendo nei propri confronti una trattenuta del 2,50% sull’80% della retribuzione che determina inevitabilmente un rilevante danno economico;


·                     Tale trattenuta, in quanto prevista per il personale in regime di Trattamento di Fine Servizio, risulta non applicabile al sottoscritto che si trova in regime di TFR per il quale deve invece trovare applicazione la normativa sopra richiamata;

·                     La Corte Costituzionale,  peraltro, nella recente sentenza n. 223 del 23.10.2012, con riferimento agli interventi in materia previdenziale sanciti dall’art. 12, comma 10 del D.L. 31 maggio 2010 n. 78, convertito in legge 30 luglio 2010 n. 12, ha espressamente chiarito che: “con effetto sulle anzianità contributive maturate a decorrere dal 01 gennaio 2011, per i lavoratori alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche inserite nel conto economico consolidato della pubblica amministrazione, come individuate dall’Istituto nazionale di statistica (ISTAT) ai sensi del comma 3 dell’art. 1 della legge 31 dicembre 2009, n. 196, per i quali il computo dei trattamenti di fine servizio, comunque denominati, in riferimento alle predette anzianità contributive non è già regolato in base a quanto previsto dall’art. 2120 c.c. del codice civile in materia di trattamento di fine rapporto, il computo dei predetti trattamenti di fine servizio si effettua secondo le regole di cui al citato articolo 2120 c.c., con applicazione dell’aliquota del 6,91 per cento”;

·                     Secondo la Corte, quindi: La disposizione censurata (sopra indicata), a fronte dell’estensione del regime di cui all’art. 2120 del codice civile (ai fini del computo dei trattamenti di fine rapporto) sulle anzianità contributive maturate a fare tempo dal 1º gennaio 2011, determina irragionevolmente l’applicazione dell’aliquota del 6,91% sull’intera retribuzione, senza escludere nel contempo la vigenza della trattenuta a carico del dipendente pari al 2,50% della base contributiva della buonuscita, operata a titolo di rivalsa sull’accantonamento per l’indennità di buonuscita, in combinato con l’art. 37 del D.P.R. 29 dicembre 1973, n. 1032. Nel consentire allo Stato una riduzione dell’accantonamento, irragionevole perché non collegata con la qualità e quantità del lavoro prestato e perché – a parità di retribuzione – determina un ingiustificato trattamento deteriore dei dipendenti pubblici rispetto a quelli privati, non sottoposti a rivalsa da parte del datore di lavoro, la disposizione impugnata viola per ciò stesso gli articoli 3 e 36 della Costituzione”;

·                     Risulta evidente che la trattenuta del 2,50% oltre che discriminatoria, in quanto applicata soltanto al personale dipendente pubblico, deve considerarsi palesemente illegittima, poiché non dovuta.

Sulla base di quanto sopra premesso, il sottoscritto

DIFFIDA

-              L’Amministrazione in indirizzo (inserire il Dirigente Scolastico della scuola), in persona del legale rappresentante  pro-tempore, domiciliato in Via _________________, (città) ___________________; e
-               il MEF e in persona del legale rappresentante p.t. con sede in via _______________________;


A CESSARE

immediatamente nei propri confronti la ritenuta del 2,50% sull’80% della retribuzione ed a rimborsare gli importi illegittimamente trattenuti.

CON AVVISO

che perdurando tale comportamento il sottoscritto si riserva di adottare tutte le opportune iniziative legali per la tutela dei propri diritti ed interessi.

La presente deve valere altresì come atto interruttivo di qualsivoglia termine di prescrizione.

Con salvezza di ogni ulteriore azione.

Luogo, data

                                                                                           Firma

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