martedì 12 febbraio 2013

Necessario dare biblioteche alle scuole


da Avvenire


Il discorso riguardante la necessità di una presenza attiva di una biblioteca in tutte le scuole, con la figura qualificante di un bibliotecario scolastico professionalmente formato e aggiornato, si trascina ormai da lunghi anni. Nonostante il valore indiscutibile di una biblioteca all'interno dell'istituzione scolastica come parte integrante dell'offerta formativa, come importante avviamento alla documentazione e alla ricerca, come efficace stimolo alla lettura, non si arriva mai in Italia a un punto di svolta.
Nel corso degli anni in ottemperanza a documenti, linee-guida e manifesti internazionali (Ifla e Unesco) si sono moltiplicate indagini, progetti e piani di lettura nazionali; protocolli d'intesa tra ministeri; convegni e commissioni bibliotecarie; libri, articoli e materiali ("en passant" si vogliono almeno ricordare i contributi di Donatella Lombello Soffiato, Luisa Marquardt, Carla Ida Salviati, Massimo Belotti, ecc.). Ma è sempre stato come inseguire il vento: non si è mai riusciti a raggiungere l'obiettivo.
Eppure, non solo i bibliotecari, ma la società letteraria ed editoriale nel suo complesso spingono in questa direzione: il recente appello di Giuseppe Laterza e dell'Associazione Forum del libro è l'ultimo dei tentativi che, di decennio in decennio, si sono fatti per riproporre il problema, uno dei punti chiave per far crescere l'Italia nella lettura. Pur senza essere un esperto del tema, anche chi scrive aveva già proposto in passato, in varie vesti (editore, coordinatore nazionale della promozione del libro e della lettura, direttore, dal 2005 al 2008, delle due rinnovate riviste del Ministero per i beni culturali, "Libri e riviste d'Italia" e "Accademie e biblioteche d'Italia"), un impegno istituzionale nel settore: vale a dire far sì che la biblioteca scolastica diventasse un ambiente preposto a sostenere in modo tempestivo e adeguato le esigenze formative e didattiche della scuola; favorire la selezione, il controllo e l'uso consapevole dell'informazione, ma anche costruire con gli insegnanti percorsi che favoriscano le tre funzioni basilari della scuola nell'ambito dei processi di avviamento e radicamento della lettura: l'orientamento alla lettura (la capacità di selezione, proposta e aiuto nell'acquisizione e nell'interpretazione dei testi); l'esperienza della lettura (la capacità di comunicare la lettura come travaso di passioni ed emozioni); l'esercizio della creatività (la capacità di coinvolgere nella sperimentazione, nell'elaborazione, nell'invenzione, nel gioco creativo). Se la biblioteca scolastica potesse diventare tutto questo, allora sarebbe uno snodo importante, non solo della ricerca nella scuola, ma anche della promozione della lettura.
Ci sono quindi molti motivi perché quello della biblioteca scolastica possa diventare, non tanto un auspicio ancora una volta destinato a popolare il limbo delle buone intenzioni –, quanto un interesse da condividere e un impegno da attuare. Chissà se, nelle varie "agende" politiche, non possa esserci un piccolo spazio anche a questo grande problema della cultura di un Paese.

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