da Avvenire
Il discorso riguardante la necessità di una presenza
attiva di una biblioteca in tutte le scuole, con la figura qualificante di un
bibliotecario scolastico professionalmente formato e aggiornato, si trascina
ormai da lunghi anni. Nonostante il valore indiscutibile di una biblioteca
all'interno dell'istituzione scolastica come parte integrante dell'offerta
formativa, come importante avviamento alla documentazione e alla ricerca, come
efficace stimolo alla lettura, non si arriva mai in Italia a un punto di
svolta.
Nel corso degli anni in ottemperanza a documenti,
linee-guida e manifesti internazionali (Ifla e Unesco) si sono moltiplicate
indagini, progetti e piani di lettura nazionali; protocolli d'intesa tra
ministeri; convegni e commissioni bibliotecarie; libri, articoli e materiali
("en passant" si vogliono almeno ricordare i contributi di Donatella
Lombello Soffiato, Luisa Marquardt, Carla Ida Salviati, Massimo Belotti, ecc.).
Ma è sempre stato come inseguire il vento: non si è mai riusciti a raggiungere
l'obiettivo.
Eppure, non solo i bibliotecari, ma la società
letteraria ed editoriale nel suo complesso spingono in questa direzione: il
recente appello di Giuseppe Laterza e dell'Associazione Forum del libro è
l'ultimo dei tentativi che, di decennio in decennio, si sono fatti per
riproporre il problema, uno dei punti chiave per far crescere l'Italia nella
lettura. Pur senza essere un esperto del tema, anche chi scrive aveva già
proposto in passato, in varie vesti (editore, coordinatore nazionale della
promozione del libro e della lettura, direttore, dal 2005 al 2008, delle due
rinnovate riviste del Ministero per i beni culturali, "Libri e riviste
d'Italia" e "Accademie e biblioteche d'Italia"), un impegno
istituzionale nel settore: vale a dire far sì che la biblioteca scolastica
diventasse un ambiente preposto a sostenere in modo tempestivo e adeguato le
esigenze formative e didattiche della scuola; favorire la selezione, il
controllo e l'uso consapevole dell'informazione, ma anche costruire con gli
insegnanti percorsi che favoriscano le tre funzioni basilari della scuola
nell'ambito dei processi di avviamento e radicamento della lettura:
l'orientamento alla lettura (la capacità di selezione, proposta e aiuto
nell'acquisizione e nell'interpretazione dei testi); l'esperienza della lettura
(la capacità di comunicare la lettura come travaso di passioni ed emozioni);
l'esercizio della creatività (la capacità di coinvolgere nella sperimentazione,
nell'elaborazione, nell'invenzione, nel gioco creativo). Se la biblioteca
scolastica potesse diventare tutto questo, allora sarebbe uno snodo importante,
non solo della ricerca nella scuola, ma anche della promozione della lettura.
Ci sono quindi molti motivi perché quello della
biblioteca scolastica possa diventare, non tanto un auspicio ancora una volta
destinato a popolare il limbo delle buone intenzioni –, quanto un interesse da
condividere e un impegno da attuare. Chissà se, nelle varie "agende"
politiche, non possa esserci un piccolo spazio anche a questo grande problema
della cultura di un Paese.
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